Pochi anni di vita ed è già diventato uno dei premi letterari più autorevoli del panorama culturale italiano e del Mediterraneo. Nasce in Sicilia, nella Valle del Belìce, e più precisamente a Santa Margherita di Belìce, dove sono state ambientate alcune delle pagine più belle de “Il Gattopardo” e dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha trascorso parte dell’infanzia e della giovinezza.
Un legame che non si è mai spezzato tra lo scrittore siciliano e la cittadina, tanto da dedicargli un Premio internazionale che, nelle scorse edizioni, è stato assegnato ad autori come: Abraham B. Yehoshua nel 2003 con il romanzo La Sposa liberata (Einaudi), Tahar Ben Jelloun nel 2004 con Amori stregati (Bompiani), Claudio Magris con Alla Cieca (Garzanti) nel 2005 e nel 2006 ad Anita Desai con Fuoco sulla montagna (Einaudi).
Non è un caso che la Giuria del Premio – presieduta da Gioacchino Lanza Tomasi figlio dell’autore, e composta dalla poetessa Maria Luisa Spaziani, i docenti di letteratura italiana Salvatore Silvano Nigro, Natale Tedesco e Antonio Di Grado – abbia scelto questi nomi. Infatti l’intento del Premio è quello di cogliere nella produzione letteraria i temi della pace e della convivenza dei popoli. Un messaggio etico, ma anche politico, per sottolineare quanto l’intreccio tra le culture sia davvero ricchezza per l’umanità tutta, frutto dell’incontro dei popoli e, quindi storia/storie di uomini, al di là dei luoghi in cui nascono, vivono e muoiono, condividendo un comune destino di speranza, di impegno e di umana consapevolezza.
Una civiltà dell’ascolto che ripudia l’offesa e che sa cogliere nella differenza un elemento di crescita e di ricchezza.. Una coerenza di pensiero che la Giuria ha saputo cogliere nelle opere di questi due grandi letterati, ritrovando il filo conduttore che lega l’Identità alle Differenze, la chiosa illuminante voluta per il Premio Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Un riconoscimento letterario che, sin dall’inizio, si è inteso distinguere, accentuando il rapporto – materiale e immateriale – con il territorio delle Parco Culturale Terre Sicane (Sciacca, Sambuca di Sicilia, Montevago, Santa Margherita di Belìce, Ribera, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Caltabellotta, Menfi), dove l’identità e le differenze costituiscono esse stesse la chiave di lettura dell’anima di questo pezzo di Sicilia, teso tra la conservazione del proprio patrimonio culturale e la ricerca di una modernità finalmente intesa come vocazione (produttiva), evocazione (letteraria) e speranza (integrazione e pacifica convivenza tra i popoli).
Un progetto ideato dal Parco Culturale delle Terre Sicane e dall’ Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa che ha raccolto il sostegno dell’Azienda vitivinicola Donnafugata che, al Premio, ha anche voluto legare la sua vendemmia notturna, appuntamento di richiamo per giornalisti e cultori del buon vino.
La cerimonia di premiazione si svolge ogni anno nella prima settimana di agosto a Santa Margherita di Belìce, in provincia di Agrigento, nella splendida cornice del Palazzo Filangeri di Cutò. Nel 2004 madrina del Premio è stata l’attrice Claudia Cardinale, la memorabile Angelica del Gattopardo di Luchino Visconti, mentre nel 2006 l’ospite d’onore è stato il grande maestro Nicola Piovani.
Sabato 6 Agosto 2011 ore 20,30
Premio 2011 alla scrittrice Valeria Parrellaper l'opera
"Ma quale amore"
Lo acquisterò, intendo il libro. Che belle cose riescono a fare ancora in Sicilia, la terra del Gattopardo e non solo.
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