Antonella Ferrari: "La mia sfida in un mondo patinato e perfetto"
Essere una donna disabile in un mondo dove l'immagine femminile appare sempre patinata e perfetta, non è facile. Ma per Antonella Ferrari portare la sua diversità sul piccolo schermo è ormai diventata una sfida, intrapresa anche in nome di tante persone che, per i loro difetti fisici, in televisione non ci finiranno mai. Ballerina fin da piccola, scopre nel 1999 di avere la sclerosi multipla, dopo anni di diagnosi sbagliate e continui problemi alle gambe. Decide, però, di non interrompere la sua carriera. E così il suo curriculum conta oggi un ruolo di cinque anni in "Cento vetrine" la soap opera di Canale 5, varie apparizioni nella serie "La squadra" di Rai 3 e nella fiction "Carabinieri" in onda sulle reti Mediaset. Più diversi ruoli in altre serie tv. L'ultima fatica televisiva è la parte di un'assistente sociale nella fiction "Non smettere di sognare". Una serie dal titolo che sembra ispirato alla storia della sua vita. "Per recitare non devi saper correre"è diventato ormai il suo motto. E così, spaziando dalla tv al teatro, sua altra grande passione, oggi Antonella si è ritagliata anche un posto nella carta stampata con una rubrica sul giornale "Chi" diretto da Alfonso Signorini.
Antonella, il suo percorso non è stato affatto facile.
Fin da piccola mi sono dedicata interamente alla danza. Il mio impegno maggiore preservare le gambe da ogni tipo di infortunio- racconta l'attrice-. Non ho mai preso la patente per evitare gli incidenti stradali e non facevo nessun altro tipo di sport. La mia unica attività era la danza e lo studio della recitazione.
Quando si sono manifestati i primi sintomi della malattia?
Già a undici anni ho avuto i primi problemi alle gambe, ma si pensava fosse stanchezza: dal 1993 al 1999 non sono stata curata ma mandata dallo psicologo. Solo una volta arrivata all'ospedale di Monza ho scoperto la malattia: sclerosi multipla. Quando ho dovuto smettere di danzare ho pensato di smettere tutto, poi i miei insegnanti mi hanno spinta a proseguire gli studi di recitazione. E ho capito che dovevo andare avanti, dovevo farlo anche per tutti quelli come me che vivono bloccati per colpa di una malattia. Dovevo dimostrare che anche con la malattia ci si riesce. Certo, mi sono beccata tantissime porte in faccia, tantissime delusioni. Molte persone mi hanno detto che era meglio cambiare strada, ma io sapevo di saper recitare. Ho fatto la gavetta per tanto tempo e così ho continuato a propormi finché ho incontrato gli autori di Cento Vetrine che hanno deciso abbracciare la mia sfiga.
Il suo personaggio nella soap doveva durare pochi mesi, invece, è andato avanti per quasi cinque anni…
Chi mi ha scelto non ha solo sposato la causa ma ha individuato anche una sicura pubblicità per la serie televisiva.
Il rapporto di lavoro, però, dopo alcuni anni si è chiuso senza un reale motivo.
Non mi hanno più rinnovato il contratto, ma senza spiegarmi nulla. Il mio personaggio è uscito di scena da un giorno a un altro. Ma la gente continua a fermarmi per strada come se fossi ancora nel cast. Continuare il mio personaggio all'interno della soap poteva essere interessante, soprattutto per avvicinarla alla vita reale, che non è fatta solo di ricconi e di gente perfetta, ma anche di persone con disabilità. Il personaggio da me interpretato girava, infatti, sul set con le stampelle, e aveva dichiarato in una puntata di avere la sclerosi multipla. Sotto mia richiesta, però, non si è più toccato l'argomento in seguito perché il mio desiderio era far passare un messaggio di normalità. Un conto è essere un'attrice disabile, un conto è recitare la disabilità. Ho preferito la parte di una persona che è malata ma che fa la vita di tutti i giorni. A casa doveva arrivare la normalità della disabilità. Certo, in un letto a fare la terapia avrei fatto più audience, ma non volevo passare per quella che sfrutta la sua malattia per fare la carriera.
Poi è arrivato il teatro: anche sul palco lei ha portato in scena la lotta contro ogni forma di discriminazione.
Sul palcoscenico ho affrontato in vari modi la malattia, perché il teatro è più aperto e si presta a raccontare meglio questi argomenti.
Col tempo, poi, sono diventata testimonial di alcune campagne dedicate al mondo della disabilità e sono ambasciatrice dell'Aism e appena posso partecipo agli eventi di sensibilizzazione sulla malattia.
E non manca di prestare ascolto a chi ha i suoi stessi problemi.
Sì, lo faccio attraverso la rubrica "Opinioni" all'interno della rivista Chi. Questa rubrica mi ha dato delle soddisfazioni che non immaginavo. Il direttore mi ha chiamato perché arrivavano molte lettere di persone in difficoltà. E nonostante si tratti di un giornale di gossip la mia rubrica è amatissima e sta avendo un grande successo. È una finestra sui problemi di tutti i giorni . A volte bacchetto anche chi mi scrive, soprattutto chi fa la vittima o crede di essere l'unico ad avere problemi. Conoscendo la sofferenza da vicino non mi permetto di illudere nessuno.
Annamaria... a dopo
Una splendida donna e attrice.
RispondiEliminaHo conosciuto Antonella Ferrari in Toscana, ad Arezzo, circa 15 giorni fa partecipando, come faccio ormai da anni essendo parte attiva dell' AISM, ad una LeaderShip con percorsi formativi organizzata dalla sede nazionale dell'Associazione. Antonella è una splendida persona, oltre a bravissima attrice, ha grinta ed ha saputo affrontare la malattia con coraggio e determinazione. Presto sarà ns.ospite in un incontro che comprende convegno scientifico sulla patologia e serata teatrale con premiazione. Da lei e da tutti i giovani portatori di S.M. ho imparato molto e quando mi ringraziano per quello che faccio per loro io rispondo sempre.."sono io che ringrazio voi per tutto quello che mi date in termini di calore, affetto, coraggio, sensibilità, generosità, comprensione..". E se qualcuno vuole partecipare all'evento di cui parlavo sopra, che si terrà ad Asti il 23 giugno p.v. basta che mi telefoni. Brava Antonella, tutti gli amici di Asti ti aspettano, sarà una giornata straordinaria e ci divertiremo insieme al grido di: "DAVANTI A QUESTO ROSSO NON MI FERMO!!!"
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