A partire dal mese di aprile 6 cuochi di ristoranti fiorentini selezionati realizzeranno piatti ispirati alle opere in mostra a Palazzo Strozzi. “Giovani e arrabbiati” anche al ristorante: protagonisti i giovani chef al centro della scena gastronomica fiorentina e nazionale con un linguaggio culinario moderno ed innovativo.
I 6 giovani cuochi selezionati, al massimo trentenni, daranno la possibilità di assaporare i piatti espressamente creati in occasione della rassegna in corso.
A tutti i clienti che si presenteranno con il biglietto della mostra, i ristoranti selezionati concederanno uno speciale sconto del 15% sul menu che include piatti ispirati alla mostra e alcuni addirittura collegati direttamente ai singoli quadri presenti nell’esposizione.
Una passione per l’eccellenza che ha portato questi giovani chef a collaborare con la Fondazione Palazzo Strozzi creando un intreccio fra arte e cultura che porta all’appagamento del palato ma anche della mente e dello spirito.
Arte e cibo, accoppiata vincente. A Firenze le opere di Picasso, Mirò e Dalì diventano oggetto di sperimentazioni culinarie nei ristoranti della città. E in menu arriva il foie gras cubista e il risotto post-impressionista. È l’originale idea di sei chef “giovani e arrabbiati” che, in occasione della mostra di Palazzo Strozzi, Picasso, Mirò e Dalì. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità, (12 marzo-17 luglio 2011).hanno studiato un menu ad arte, giocando con ingredienti e sapori per provare accostamenti inediti di grande effetto (anche estetico).
Alcune proposte: un Joan Mirò: Quadro-Poesia, rosso d’uovo, foie gras, pere al balsamico e un Salvador Dalì: Nudo nell’acqua, ovvero nudo di ricotta e pecorino in brodo di maialino, erbette e profumo di arancia. Pablo Picasso - I due saltimbanchi Guancia a guancia: due cotture diverse per una unica consistenza e due sapori. In onore di Pablo Picasso: I due saltimbanchi Guancia a guancia: due cotture diverse per una unica consistenza e due sapori, e per i suoi Strumenti musicali su tavolo, un dessert a base di fior di latte, cioccolato fondente e liquirizia. Si chiama come una poesia di Eugenio Montale, Ossi di seppia, un ristorante che serve opere d’arte come L’Acquarello, una crema di riso leggermente profumata con limone, condita con gocce dai sapori diversi. Mangiarlo con un cucchiaino da caffè si rivela un esercizio del gusto molto divertente.
Sembrano quadri di Mirò per colore, forma e consistenza il baccalà cotto e crudo con fagiolini, patate e crema di basilico, e il passato di cavolo viola con crema di cuore di burrata e colatura di alici
Maria... a dopo
Ma ti pareva la fantasia.
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