mercoledì 27 aprile 2011

CENTENARIO DELLA MORTE DI EMILIO SALGARI -di MARIA -

SALGARI, A 100 ANNI DALLA MORTE FA ANCORA SOGNARE



Emilio Salgari nacque a Verona da una famiglia di mercanti modeste. Fin da giovane aveva un desiderio di esplorare i mari. Da adolescente ha studiato arte marinaresca in una accademia Navale di Venezia, ma voti bassi gli impediva di laurea. Tuttavia, all'inizio della sua carriera ha firmato i suoi racconti Capitano Salgari, un titolo che una volta ha difeso in un duello, quando la sua pretesa ad esso è stato messo in discussione.


Dopo un tentativo fallito di diventare un ufficiale della marina ha rivolto la sua passione per l'esplorazione e la scoperta alla scrittura. Ha scritto più di duecento racconti e romanzi d'avventura, impostando le sue storie in luoghi esotici, con gli eroi da una grande varietà di culture. Non aveva mai visto i posti descritti nei suoi romanzi e non era un 'Capitano' anche se ci teneva così tanto. A cent'anni dalla morte, il 25 aprile del 1911, Emilio Salgari continua a far sognare e discutere. ''Il padre degli eroi'' come lo chiama Ernesto Ferrero in 'Disegnare il vento', in uscita in questi giorni insieme a tanti altri libri, dvd e romanzi, si suicidò poco dopo il ricovero in manicomio della moglie.


Per commemorare il centenario della morte del popolarissimo scrittore le Poste è stato emesso il 23 aprile un francobollo da 0,60 centesimi, che raffigura, a sinistra, un ritratto di Emilio Salgari sui cui volteggiano in primo piano due gabbiani, mentre a destra compare un antico veliero, a simboleggiare i mari avventurosi e le terre esotiche in cui Salgari ambientò i suoi famosi cicli romanzeschi.


Da Verona Salgari verso la fine del secolo si trasferì in Piemonte dove fu scrittore assai prolifico (i romanzi sono un'ottantina) ed i suoi personaggi (da Sandokan al Corsaro Nero) ottennero una grande popolarità, anche se le sue opere non riuscirono mai a garantirgli un adeguato successo economico. Nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario della sua scomparsa, la Biblioteca Civica Centrale ospita, dal 21 aprile al 30 maggio, "I libri di Emilio Salgari", mostra bibliografica che comprende una sessantina di titoli selezionati tra i 200 di e su Salgari. Nato veronese, morto torinese, Salgari impersonificò alla perfezione il "gentiluomo piemontese". Letto e amato in vita, non ebbe altra gloria, che quella di essere fatto cavaliere dalla Real Casa nel 1897.
Per il centenario della morte di Salgari, la Newton Compton manda in libreria tutte le avventure di Sandokan, il più famoso personaggio creato dalla penna dello scrittore. In un unico volume sarà raccolto il ciclo completo della saga, dalle "Tigri di Mompracem" a "I misteri della jungla nera", da "I pirati della Malesia" a "Le due Tigri", fino ai titoli meno noti, come "Il Re del Mare", "Alla conquista di un impero", "Sandokan alla riscossa", "La riconquista di Mompracem", "Il bramino dell'Assam", "La caduta di un impero" o "La rivincita di Yanez" (pubblicato postumo nel 1913).



Si tratta di romanzi d'avventura che con le loro ambientazioni esotiche hanno segnato generazioni di adolescenti, la cui fortuna prosegue tuttora, nonostante il tempo intercorso e i cambiamenti della società, nella letteratura e nell'immaginario collettivo. Un successo ottenuto grazie anche a ricostruzioni meticolose, frutto di ore passate nelle biblioteche a documentarsi sulle vicende dei Paesi descritti.



Purtroppo l'esistenza di Salgari fu segnata da avversità e miserie; nonostante i grandi incassi delle sue opere, infatti, la firma di contratti poco avveduti assicurarono i guadagni soprattutto ai suoi editori. Lo scrittore fu così travolto dai debiti, al punto da essere costretto a scrivere fino a tre libri l'anno per onorare gli impegni assunti. Così, pochi mesi dopo essere stato costretto a far ricoverare in manicomio la moglie per ragioni di salute mentale, Salgari, vittima della depressione, decise di togliersi la vita. Lasciò tre lettere: ai figli, ai direttori dei giornali per il suo necrologio e agli odiati editori. A questi ultimi scrisse: "A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna". Poi si incamminò verso il bosco della Madonna del Pilone con in tasca un rasoio. E lì si tagliò le vene e si squarciò il ventre facendo harakiri, proprio come avrebbe fatto un eroe dei suoi romanzi.


Come dimenticare la figura di Sandokan, protagonista di una popolare serie televisiva e cinematografia italiana, adattamento dei romanzi del ciclo indo-malese di Emilio Salgari. Sullo sfondo delle sue imprese,un amore "impossibile" con Lady Marianna Guillonk, meglio nota come la Perla di Labuan, nipote di un lord inglese (James Guillonk), stretto collaboratore del governatore James Brooke, detto "lo sterminatore dei pirati", ovvero l'antagonista per eccellenza del pirata della Malesia.


Il primo episodio prodotto è costituito da uno sceneggiato televisivo diretto dal regista Sergio Sollima e trasmesso in Italia sulla Rete 1 della RAI nel 1976. Da tale opera venne ben presto tratta una edizione cinematografica divisa in due parti: “Sandokan” (parte prima) e “Sandokan” (parte seconda), con un seguito, La tigre è ancora viva: “Sandokan alla riscossa! “(1977).
Nel 1996 il terzo capitolo fu diretto da Enzo G. Castellari, intitolato “Il ritorno di Sandokan”, mentre il quarto capitolo nuovamente da Sergio Sollima e intitolato “Il figlio di Sandokan” (1998).
In tutti i quattro film il personaggio di Sandokan è stato interpretato dall'attore indiano Kabir Bedi, che a questa interpretazione deve la propria fama in Italia.



Maria...a dopo

1 commento:

  1. I due miei primi libri letti: La tigre della Malesia e Sandokan alla riscossa. Sono stati i più belli in assoluto per me. Un grande uomo il loro autore, grande ed infelice, come ci viene detto nell'articolo introduttivo. Emozioni e passioni che non tornano; in questo caso l'immagine derivata dagli scritti è di gran lunga più nitida di quella diretta delle trasposizioni in TV.

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