Le notizie segnalate da CATERINA

le canzoni di Sanremo

Al Bano canta la tragedia
di Eunice uccisa a Livorno

"Amanda è libera" è una canzone, ma anche una tragedia. Perchè la storia è quella di Doris Eunice Iuta, nigeriana di 28 anni, diventata prostituta e massacrata a coltellate.

Si intitola “Amanda è libera” la canzone di Al Bano al festival di Sanremo e racconta una storia vera: l’omicidio di Doris “Eunice” Iuta, ventottenne nigeriana che abitava a Pontedera ed era finita a fare la prostituta a Livorno. Fu massacrata con 13 coltellate, il suo assassino sta scontando una pena di 18 anni. L’idea della canzone è del paroliere Fabrizio Berlincioni, che firma il brano insieme allo stesso Al Bano e ad Alterisio Paoletti: Berlincioni ha immaginato il testo della canzone leggendo la notizia della tragica fine della giovane africana. 

Il sabato della vigilia di pasqua nel marzo del 2008 venne assassinata con 13 coltellate
in località via delle Sorgenti, la strada provinciale che da Livorno porta a Collesalvetti, la prostituta nigeriana Doris Iuta di 28 anni. Movente: la rapina. L'assassino, Alessio Nigrì, sta scontando 30 anni di carcere. Doris Mandava i guadagni alla famiglia. Albano Carrisi, 67 anni, canta la vicenda al prossimo Festival di Sanremo. “Amanda è un numero, l'han messa in regola lungo l'asfalto che è nero di povertà”. Così recita un verso di “Amanda è libera”, scritta con una formula quasi cantautorale con Fabrizio Berlincioni e Alterisio Paoletti, ispirata da un preciso fatto di cronaca. “Io – spiega Albano, l'ho immaginata arrivare in Italia con la prospettiva di un lavoro e in realtà sequestrata, irretita, finita sul marciapiede e poi uccisa. Lei era affascinata dall'idea che si era fatta di questo Occidente ricco”. Perchè una canzone su un tema così scabroso? “L'idea è venuta al mio autore Berlincioni. Un artista non può restare indifferente a quello che gli succede intorno. Quando sento storie del genere io penso alla mia vita da emigrato. Quando nasci in un paese povero la miseria ti rimane icollata e in storie come queste rivivi anche i tuoi disagi. Per un artista è doveroso utilizzare i mezzi che ha a disposizione contro la soppraffazione del potere esercitato dai delinquenti che non ti lasciano vivere una vita degna di essere tale”.
“Ci tengo poi a sottolineare – aggiunge Albano - che io non considero prostituta colei che viene costretta a farlo con la violenza e l'inganno. Questa è una canzone contro la violenza sulle donne o comunque contro la violenza verso il genere umano”.

CATERINA

Nei commenti ho trovato la testimonianza di una coppia ,vicini di casa di Doris(Amanda), che riporto qui di seguito

Anonimo ha detto...

Io abitavo nell'appartamento al piano di sotto e Doris era una ragazza solare,gentile e molto educata aveva grande dignità e amava molto il mio cane. Grazie Berlincioni. Quando seppi del fatto rimasi sconcertato. A me e a mia moglie resterà sempre un bel ricordo di Doris

La canzone di Al Bano fa venire i brividi. Anzi, fa orrore. E nessuno dice niente». Loro, però, vogliono far rumore. Sbarcare al Festival e gridare allo scandalo per un brano che «ci sfrutta per fare audience». Le donne del neonato Movimento anti-stalking “Angeli senza fine” non mandano giù i versi scritti da Fabrizio Berlincioni per il cantautore pugliese, “Amanda è libera”.

«Ma come si fa a fare poesia su un cruento fatto di cronaca?» si arrabbia la presidente Elvira Alessi. «È una canzone contro la violenza sulle donne. Di più, contro la violenza in generale» ripete Al Bano in ogni intervista.

Le donne del Movimento anti-stalking, però, dietro la facciata di campagna sociale leggono solo una parola: business. Alessi è un fiume in piena quando difende le sue ragioni: «Questa canzone è una trovata commerciale, un modo davvero indelicato, nei confronti delle tante donne vittime di stalking, molestie e stupri, per fare business sul nostro dolore». Anche lei, quando era una ragazza, ha subito una violenza. E ora, che è a capo di un’associazione che offre assistenza medica, psicologica e legale alle vittime, non tollera che si speculi «sul tema solo per diventare un caso» e vendere di più.

Se fosse così, del resto, non sarebbe la prima volta. Anzi, negli ultimi anni il Festival è puntualmente finito nel mirino di associazioni e movimenti, perfino del Vaticano. Ad agitare le acque, con furbizia più o meno inconsapevole, nelle ultime due edizioni era stato Povia. Prima con “Luca era gay”, e giù critiche a valanga un po’ dappertutto, dall’Arcigay ma non solo; poi con “La verità”, che parlava di eutanasia un anno dopo la morte di Eluana Englaro, e lì la Chiesa aveva gridato addirittura alla «profanazione».

Quest’anno a far infuriare è il tema della violenza sulle donne. Al Bano nelle scorse settimane ha sottolineato come i «temi sociali» siano da sempre al centro delle sue canzoni, che ora «ho raccolto in un cd che distribuirò a Sanremo». Alle donne che lo attaccano per “Amanda è libera”, però, preferisce non rispondere.

Quindi non parla. Quello che pensa lo fa filtrare dal suo ufficio stampa. Che spiega che non è stato Al Bano a voler portare all’Ariston “Amanda è libera”, ma la commissione di Sanremo «a sceglierla fra cinque brani che aveva proposto». Che la canzone non è nata sull’ondata di violenza sulle donne degli ultimi mesi, ma che era pronta da prima. Che non vuole né voleva, insomma, cavalcare un fenomeno sociale odioso che però attira attenzioni di pubblico, poco di provvedimenti concreti. Detto questo, sembra di intuire, si sa che il gioco della polemica tira sempre. E azzeccarlo non guasta.

Da entrambe le parti, potrebbe obiettare qualcuno, dato il recente approdo - ottobre 2010 - del Movimento “Angeli senza fine”, che pure già collabora con le istituzioni su progetti ad hoc, sulla scena del supporto alle vittime di molestie.

La presidente Alessi ribadisce però  non digeriscono, lei e l’intera associazione, alcuni versi. “Occhi che sognano giorni di libertà” oppure “branco di uomini ricchi d’infamità”, ma soprattutto quell’ “Amanda è libera, è un angelo”, che ritorna più volte: «È libera perché è morta. Bella libertà. E poi basta parlare di donne come vittime, come senza speranza, servono azioni concrete». Soldi per progetti, insomma.

Certo, non tutte le associazioni di tutela delle donne la pensano così. Anzi. «Non mi sembra per nulla un brano che specula sulla pelle delle donne» contesta decisa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa «Anzi, parla di un tema serio, che esiste. Ben venga che qualcuno lo porti sul palco dell’Ariston, che ci costringa a pensarci. Che ci costringa a pensare al grido di disperazione di Amanda e di tante altre donne, che troppo spesso ignoriamo».

fonte- il secolo xix

Sono dello stesso pensiero  di M. Gabriella. Purchè se ne parli ,va bene anche il palco di Sanremo. Una canzone d'amore per  una ragazza segnata da un  destino atroce e... che fa riflettere. Il festival si è concluso, ieri ,a notte fonda ,"Amanda è libera" si è classificata al 3° posto dopo i Modà . Vincitore il grande cantante- poeta, Roberto Vecchioni.

Annamaria... a dopo