L'Aquila, il governo tradisce
anche gli studenti: tagli all'ateneo
Delle tante promesse fatte all'Aquila dal governo Berlusconi all'indomani del sisma del 6 aprile del 2009, una riguarda il cuore pulsante dell'economia cittadina e della vita del centro abruzzese: l'università. Mentre il centro storico muore e la ricostruzione tarda ad arrivare, si taglia silenziosamente all'ateneo aquilano. E dire che il Ministero dell'Università e l'Università dell'Aquila avevano firmato un accordo di programma a maggio 2009 volto a garantire supporto all'ateneo per fronteggiare la situazione post-sisma.
In particolare l'accordo di programma prevedeva che all'università dell'Aquila sarebbero stati assegnati per il triennio 2008-2011 stanziamenti pari all'FFO (Fondo di finanziamento ordinario) del 2008, ovvero 68,5 milioni di euro. A ridosso di Natale, però, la sorpresa del Ministro Gelmini che firma il decreto di riparto del FFO prevedendo un taglio del 3.72% per l'ateneo abruzzese, ovvero 2 milioni e 500 mila euro in meno. L'Unione degli Universitari (Udu) dell'Aquila denuncia la situazione e interpella la Gelmini «che fa rispondere al suo Direttore generale che non c'è stato nessun taglio perché la cifra si sarebbe raggiunta con i soldi degli scatti stipendiali, soldi che sarebbero comunque spettati all'Università dell'Aquila accordo di programma prevedeva dunque un mimino garantito di fondi, ma non si trattava di un tetto massimo e dunque l'ateneo può ricevere ulteriori risorse derivate da ulteriori fondi», spiega Tino Colacillo, membro dell'esecutivo nazionale dell'Udu.
«Il taglio c'è stato ma il ministro nega invece di darci spiegazioni , denuncia Chiara, 24 anni, studentessa di Psicologia e coordinatrice dell'Udu dell'Aquila siamo una città dove è fondamentale che ci siano stanziamenti per l'ateneo perché L'Aquila era e deve rimanere una città universitaria. Già facciamo fatica a riprenderci, le borse di studio e le mense sono molto penalizzate, questo taglio ci mette ancora di più in difficoltà perché come al solito ricadrà sui servizi agli studenti». Gli studenti chiedono dunque che il Ministro Gelmini elimini il taglio e che anche l'Università aquilana si esprima ufficialmente sulla questione. «Il contesto è già drammatico di suo - insiste Colacillo - perché per gli universitari non hanno qui nessuna forma di sostegno, questo taglio è un invito a non iscriversi e ad andarsene dall'Aquila mentre l'università è l'unica chance che ha la città per riprendersi, gli studenti erano il motore economico della città».
Trafugata dal cimitero di Arona la salma di Mike Bongiorno |
La salma di Mike Bongiorno è stata trafugata la scorsa notte dal cimitero di Arona, nella frazione Dagnente della località vicino Novara. Ignoti hanno rotto la lapide della tomba e portato via la bara. Il furto è stato denunciato ai carabinieri dal custode del cimitero, avvisato da un anziano visitatore.
I carabinieri del Ris di Parma sono volati in elicottero ad Arona. Non ci sono state effrazioni all'ingresso del cimitero e non sono state rilevate tracce. I carabinieri, dopo aver interrogato il custode, stanno facendo controlli nella zona.
« Ci siamo raccolti in famiglia davvero sgomenti e increduli davanti all'accaduto - ha detto all'Ansa Michele Bongiorno junior, il primogenito di Mike Bongiorno - Non ci sono parole per commentare l'accaduto, . Adesso ci sono le forze dell'ordine che se ne stanno occupando, noi non abbiamo davvero parole».
Il popolare conduttore televisivo è morto l'8 settembre 2009, all'età di 85 anni. Aveva una villa ad Arona dove trascorreva parecchio tempo: dopo la sua morte la moglie aveva voluto che il marito fosse seppellito nel piccolo camposanto.
Nella stessa zona fu trafugata la salma di Enrico Cuccia. Nel marzo 2001, a Meina, un paese poco distante nel cui cimitero era sepolto Enrico Cuccia, il banchiere di Mediobanca, morto l'anno prima, fu scoperchiata la tomba e trafugata la bara. Venne chiesto un ingente riscatto alla famiglia ma pochi giorni dopo il telefonista della banda era stato intercettato: la bara venne ritrovata in un fienile della Val Susa.
«È una roba veramente incredibile, mi spiace molto per la famiglia, non c'è più rispetto per nulla - dice don Mauro Pozzi, parroco di Dagnente - Di notte il cimitero è chiuso con un cancello elettrico, ma non ci sono nè telecamere nè altro. Ho un dubbio che possa esserci qualche collegamento con il caso Cuccia, ma non so».
Orrore!
RispondiEliminaDavvero non c'è alcun limite... almeno la morte sembrava potesse rimanere sacra. Maria.sa
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