LE RIFLESSIONI DI CIPRIANO
Letterine di Natale
Natale, tempo di bilanci. E figurarsi …Ogni essere umano dal
tempo della ragione e del primo dentino in poi, deve calarsi
nella parte; essere parte attiva nell’artistico presepe dell’immaginario
collettivo di fine anno; prendere coscienza delle cose buone presenti
in giro (pochine) e fare ammenda dell’infinità di altre che non si
muovono nella parte giusta; il tutto corredato dalla solenne promessa
che ci sarà ovunque e sempre impegno massimo, affinché nel nuovo
anno il tutto dovrà essere necessariamente rimesso nella giusta
carreggiata. Ciò talvolta ricorda vagamente (non prendetemi sulla parola,
vi prego ...) quei campi di rieducazione di siberiana memoria, dove tutti
dovevano pentirsi pubblicamente, fare ammenda dei propri peccati
contro la società ed il partito.
Secondo me gran parte dell’equivoco nasce nella primissima infanzia,
precisamente nelle festività Natalizie, racchiuso in quella busta e letterina
colorata, ricolma di innocenti pentimenti ed infarcita di buoni propositi,
chiamata “Letterina di Natale”. Infinite generazioni di bimbi e parenti si
sono nutrite ed emozionate il giorno di Natale, alla presenza del sacro
desco imbandito e ricco di calore famigliare, facendo altresì voto di
trasmettere alle generazioni a venire, da figlio a figlio, questa rappresentazione
teatrale di buoni propositi letta tra lacrime di nonni e genitori, ed il fastidio
di chi per prestare finta attenzione, ha dovuto interrompere il rapporto vigoroso
con baccalà e capitone fritto.
Il bimbo emozionato, talvolta severamente “costretto” a leggere bene,
davanti ad una tavola imbandita ed un pubblico in religioso silenzio, a guisa
di giuria popolare tra il sacro ed il profano, deve rivelare il contenuto
della colorata missiva.
Il popolo conviviale prende atto con soddisfazione, dopo le prime righe di
convenevole elegìa della Festività, di tutte le innocenti malefatte che il pargolo
ha commesso, nell’anno che versa ormai al tramonto.
Il sacro testo si conclude, come nel “vissero felici e contenti” delle favole,
con il più sacro e solenne giuramento ai genitori di non fare più il “monello”.
Giù sorrisi, abbracci e baci, qualche lacrimuccia ed il perdono giudiziale
applicato seduta stante, in virtù delle leggi e consuetudini vigenti nel giorno
di Natale.
Niente da commentare se di li a dieci minuti l’infante nasconderà la dentiera
al nonno, sevizierà la coda del gatto, userà a mò di tamburo la testa della sorellina,
verserà il sapone nella vaschetta dei pesciolini rossi o farà l’aereoplanino
di carta con la bolletta del telefono che non sarà più ritrovata.
A Natale sono tutti coperti da una romantica specie di domestica immunità
parlamentare.
A questo punto voi tutti penserete che, con questa, io abbia desiderio eliminare
questa antica usanza, pura ed innocente magia del giorno di Natale.
Ma figurarsi ! D’altronde il cattivo esempio lo danno esclusivamente gli adulti;
per noi grandicelli non c’è niente di più bello e più sacro che farsi prendere per
i fondelli il giorno di Natale, passato in gran parte con lunghe giaculatorie,
telefonate con disco ripetuto e file di strette di mano condite da “Sinceri Auguri”,
“Tanta felicità …!!?”, “Sereno Natale e gioioso Capodanno (il due gennaio ti
attacchi al tram …)”, sino al sempre stucchevole “Che l’anno nuovo ti porti
tutto ciò che il tuo cuore desidera”, sapendo benissimo che “al cuor non
si comanda”. A Natale tutte le fregature hanno un sapore dolce e particolare: una
bugia è come uno struffolo, una cattiva azione una fetta di pandoro, il tradimento
del o della consorte un fico imbottito (perdonate l’accostamento malizioso
con il meraviglioso frutto…), le brutture della società annegate in un bicchiere
ricolmo di bollicine; in questo giorno non ci sono problemi di sorta.
Personalmente non dimenticherò mai quel grandissimo attore che, recitando
a teatro una sera di Natale, prima di iniziare lo spettacolo, si rivolse al numeroso
pubblico presente in sala e disse : “Oggi è Natale. Sarò cattivo, anzi cattivissimo.
Ma da domani e per tutto l’anno vi giuro che sarò più buono del pane !”.
Ritornando alle nostre letterine di Natale, piene delle migliori intenzioni,
lasciamole tranquillamente ai sogni ed immancabili buoni propositi dei nostri
meravigliosi bimbi.
Per noi grandi, irrimediabili egoisti ed impostori, ci sono sempre le “letterine”
di Canale 5. Salutissimi.
Si ride e...si ride
Parodie canzoni famose
gioconda ma non troppo...
Annamaria... a dopo
BUONO!
RispondiEliminaENZO
Non posso che essere un estimatore di Cipriano. Lo considero soltanto un po' pessimista. Tutto qui. Ma gli voglio bene. Augurissimi, Cipriano.
RispondiEliminaCaro Cipriano, io ti ho apprezzato tanto tempo fa per un pezzo "splendidamente umoristico". Letto altre cose e ho constatato che ti vedo come un iceberg. Non riesci a utilizzare la totalità delle tue possibilità. Sfrutta UMORISMO + IRONIA, con semplicità di linguaggio. Sei bravo.
RispondiEliminaENZO