I veri amici non ti abbandonano mai!!!..Cipriano ne è la prova
La serata di martedì ci ha regalato una pagina 
memorabile ed indimenticabile di come l’idiozia, 
il gangsterismo quasi infantile frutto di totale 
mancanza di senso reale, ( e qui mi verrebbe 
addirittura la voglia di scusarmi con Lucky Luciano 
o John Dillinger per avere preso indegnamente 
a prestito il termine gangster), abbia dato di 
stomaco a chi, e sono tanti, hanno vissuto di 
persona a Genova o globalmente per televisione,
le gesta di quel branco di canaglie nazionalfascista
serbo, talmente ottusi che, con il pretesto di una 
vetrina internazionale, hanno invece distrutto 
(oltre che mezzo stadio Marassi) la reputazione
del popolo serbo, che tanta fatica sta facendo per 
scrollarsi di dosso quella fama sinistra che si è 
guadagnata nella recente guerra civile. 
Ma veniamo a martedì; le avvisaglie già si erano 
avute nel pomeriggio con i primi gravi atteggiamenti
aggressivi; prima l’attacco allo stesso pullman serbo 
con il ferimento del portiere titolare, poi il migliaio 
di hooligans serbi, ma più che ultras erano noti 
nazionalisti para-fascisti, si sono fatti conoscere 
dentro Genova ed una volta allo stadio, costretto 
l’Uefa e l’arbitro a sospendere la partita, 
tempestando la curva confinante ed il campo di 
gioco davanti al loro settore, con un fitto lancio di 
petardi e fumogeni, a quanto pare acquistati nella
stessa Genova poche ore prima.
Tutto il sistema dell’ordine pubblico è stato messo 
in tensione massima dall’impatto con quella 
gentaglia scatenata arrivata da Belgrado.
Un caos totale, con la polizia schierata in tenuta 
da sommossa davanti ai tifosi serbi, la banda della
marina militare che quasi comicamente ed in modo 
surreale, era in attesa dall’altra parte del campo per 
poter rapidamente suonare i “sacri” inni nazionali;
i giocatori che sono entrati in campo per il 
riscaldamento per poi rientrare negli spogliatoi.
Momenti di pura tensione e disgusto, con la figura 
di un ultras serbo, tale Ivan Bogdanov, un gaglioffo 
noto alla polizia serba, incappucciato a cavalcioni 
sull’inferriata, senza che nessuno riuscisse a fermarlo.
Ma qui vorrei fermarmi nella narrazione del resto 
dell’opera drammatica, perché penso che tutti, 
o quasi, abbiamo visto e ricordiamo quelle scene. 
Mi preme invece esprimere due considerazioni, una 
di carattere generale ed una prettamente sportiva.
Con la prima vorrei manifestare la certezza del 
comportamento altamente professionale delle forze 
di Polizia Italiane per ciò che riguarda l’azione all’interno 
dello stadio, al netto di critiche piovute soprattutto da 
parte Serba (da qual pulpito …) e dalle autorità 
internazionali di calcio, brave solo ad articolare parole 
e pillole di saccenza.
Visti i soggetti facinorosi in questione, famosi in tutta 
Europa ed in Patria per le loro gesta e violenza, se 
la Polizia fosse entrata in quel budello di gradinata, 
si sarebbe sicuramente scatenato un violento corpo a 
corpo, più vicino ad un assalto alla baionetta sul Carso,
e quasi sicuramente adesso staremmo qui a parlare di
tragedia con qualche morto e tanti feriti. Bene hanno 
fatto le Forze dell’Ordine a presidiare ed accerchiare il 
settore, salvaguardando l’integrità di tutto il resto dello 
stadio. Molte armi improprie vengono fatte, anche nei
nostri stadi e dai nostri teppisti, andando a rifornirsi di 
tubi a mò di armi dai servizi igienici che vengono
puntualmente distrutti.
L’unico errore è stato fatto a monte facendoli entrare 
alla frontiera, ma qui la colpa principale è dell’ autorità 
serba che, nonostante conoscesse benissimo i gaglioffi 
in partenza, si è guardata bene dal bloccarli (affinità 
ideologiche ancora presenti …), o perlomeno avvisare 
le autorità italiane della loro pericolosità, lasciando 
tranquillamente la patata bollente nelle mani delle
Forze dell’Ordine italiane, che non hanno potuto 
prenderli a pedate alla frontiera e rispedirli al mittente.
Ma allo stadio, confermo, hanno agito secondo il mio
modesto parere, con molta intelligenza. 
E questo è importante.
Seconda questione, quella sportiva. Secondo il
regolamento internazionale, viste le responsabilità, 
non ci dovrebbero essere dubbi sull’assegnazione 
a tavolino della vittoria all’Italia per 3-0, e lunga 
squalifica del calcio Serbo (affinché possa 
ampiamente riflettere).
Ma conoscendo l’Uefa ed anche la Fifa, dove anche 
lì la peggiore politica la fa da padrone, conoscendo 
i sotterranei intrighi e raggiri ivi presenti, prendendo 
atto che l’Italia, nell’Olimpo calcistico internazionale,
attualmente non gode di nessun prestigio e simpatia,
non mi meraviglierei se ci fosse qualche sorpresa, 
e già c’è qualche strano segnale …Comunque vada, 
ancora una volta abbiamo assistito al peggio che un 
cervello umano possa dare spinta.
Pensate voi, cari amici che tutto ciò possa servire a 
far finalmente collegare, il cervello con le membra,
ai prepotenti e gradassi incappucciati di casa nostra,
allo stadio ? 
Rispondo scomodando Petronio “Necesse habent 
cum insanientibus furere” .
Traduco: “In mezzo ai pazzi è necessario impazzire”.
Cipriano




 
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Bentornato, Cipriano.
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