Una riflessione poetica , come è nel suo stile, del nostro amico e collaboratore Pino dopo un suo recente viaggio a L'Aquila
Ciao Anna Maria,
approfitto di inviare questa recente poesia ispirata nel visitare il centro de L'Aquila.
È impressionante averlo visto in pieno giorno totalmente inattivo, senza un minimo rumore come abbandonato.
Un salutone grande a te e a tutti gli amici del "Nostro Blog"
Pino
           L’Aquila
              (19 giugno 2010)
             * * *
             Ripercorri sotto un cielo autunnale
             il corso Umberto
             ora libero ai pedoni, ma deserto.
             Non vi è più il         brusio della gente
             che passeggiava a gruppi, né
             i chioschi edicola sotto gli archi
             degli imponenti portici. Sono scomparsi.
             Tutto è precluso, colonne fasciate
             archi barricati dove un tempo
             negozi scintillanti attiravano clienti
             per i lussuosi valori esposti in vetrina.
             Ora tutti quei locali di pregio         son chiusi
             non più da faretti illuminati
             ma vuoti di tutto e pieni di buio
             mostrano serrande deformate.
           Strati di polvere sui vetri opacizzati
             e calcinacci cosparsi ancora a terra
             tutto questo conferma il passaggio
             di un sonno insidioso in quella notte
             che addormentò         l’anima di questo luogo.
             Si risveglierà, quando chi         può dirlo?
             Resta solo la sensibilità,         l’onesta iniziativa, poi
             costanza e tempo potranno ridare
             per quanto possibile; recupero identificativo
             e nuovo sorriso         all’imminente generazione
             di questa ultramillenaria città
             amata dalla sua gente e         patrimonio dell’ umanità.
      PINO


Sì, Pino, è impressionante. Ma risorgerà: l'operosa, tenace gente d'Abruzzo farà il miracolo. Ci vorrà del tempo ma risorgerà. E grazie a te che ce l'hai ricordata.
RispondiEliminaHo conosciuto L'Aquila quando animata come la descrivi trasmetteva un senso di gioia e di allegria. Conosco molti abruzzesi che del loro carattere testardo faranno lo strumento principale della ripresa. Torneremo , lo spero tanto, a percorrere le vie e le piazze,tra i palazzi e i monumenti che, per ora in macerie, riusciranno, anche modificati, a farci respirare nuovamente la frizzante aria abruzzese. maria.sa
RispondiEliminaho conosciuto l'Aquila nel suo splendore e quest'anno sono ripassato e percorrendo quelle strade non mi sembrava di stare nello stesso posto di qualche anno prima, una città distrutta ,senza più vita ma nonostante tutto ho voluto comunque fermarmi al bar del corso per prendermi un gelato e chiudendo gli occhi rivedere la città di prima... ci vorrà molto tempo, tanta fatica e soprattutto tanti soldi, ma voi aquilani dovete fare l'impossibile per riprendervi la splendida città che quella notte vi è stata rubata.
RispondiEliminaUn abbraccio forte da un napoletano che ama la vostra regione e che si sente più abruzzese che campano.
Luca