Avevo giurato a me stesso di non parlare più 
di tasse per un po’ di tempo, di non rovinarmi
il fegato pensando di essere tra i più ricchi 
d’Italia con uno stipendio di livello medio e tre 
persone a carico. Ho cercato disperatamente
di non vedere la signora Carmelina proprietaria
di due avviate attività commerciali fare la fila 
per il buono libro, Cicciobello che possiede
appartamenti, passare per nullatenente, 
Totonno che gira in Suv e si fa un mese di
vacanze in albergo e così via in un lungo elenco. 
Ma questo è un mese particolare che si passa 
tra 730, ISEE, Conguagli fiscali che vanno e che
vengono (quasi mai questi ultimi), tra montagne 
di ricevute da mettere in ordine; si arriva sempre 
ad una sorte di parziale resoconto della propria
esistenza economica, una confessione di un 
condannato tra conti in rosso e bollette che ti 
perseguitano e che si accorge, in questi 
particolari  momenti di essere sempre l’emblema 
vivente di quell’onesto “pirla” che paga per tanti. 
Faccio parte del partito del popolo “delle ritenute
alla fonte”, evidentemente opposto a quello delle 
cosiddette “partite iva”. 
Ma quello dell’evasione fiscale nel nostro Paese 
è diventato negli anni ormai un vero e proprio
“sport nazionale”, al punto che tale modello 
viene esportato ma è frutto di impossibili imitazioni 
all’estero. Da noi quelli che non lo praticano sono 
considerati dei veri e propri Fessi, gente da 
evitare scrupolosamente. Non a caso, secondo 
quanto emerge da un’indagine effettuata dalla
Associazione Contribuenti Italiani, il nostro Paese
è primo nella speciale classifica europea in 
termini di tasse non dichiarate; il non dichiarato,
secondo quanto emerso dai dati a cura delle 
Polizie tributarie dell’UE, in Italia è pari al 51%, 
ben più alto della Romania che, con il 42,7%, 
è al secondo posto; al terzo, al quarto ed al quinto 
posto ci sono la Bulgaria, l’Estonia e la Slovacchia. 
Insomma, in materia di evasione fiscale l’Italia batte 
in solitaria i Paesi dell’Est Europa. 
C’è da essere veramente orgogliosi.
Così, tanto per divagare, tra le tantissime notiziole 
in argomento mi capita di leggere di quella donna 
al limite della povertà che risiede nella provincia
di Reggio Emilia, ma che risultata al centro di una
girandola di aperture e chiusure lampo di aziende 
e di vendite fasulle di prodotti elettronici e telefonici, 
al solo fine di abbattere il debito Iva.
La frode è stata scoperta dalla Guardia di Finanza 
Con un’evasione di quasi 23 milioni di euro tra 
imposte sui redditi e Iva. Ma la fantasia degli italiani 
è inesauribile e quando si tratta di eludere il fisco a 
volte riesce persino a superare sé stessa, come 
quella “bizzarria” di quel contribuente con un reddito 
da 500 euro all’anno e cinque Ferrari in garage. 
Incredibile!, ma di questi esempi ce ne sono a migliaia.
Per non parlare del giro enorme di evasione fiscale 
Internazionale che avviene nei cosiddetti ‘paradisi 
fiscali’ della Svizzera e Lussemburgo, passando per 
isole esotiche, con il ricorso a società fantasma 
costituite tramite fiduciari, in una sorte di Clinica 
privata del capitale e dove imprenditori, antiquari, 
agenzie di viaggi, commercianti, liberi professionisti, 
anche un sacerdote (non c’è più religione), mettono al 
sicuro i loro “sudati guadagni”.
Possibile che in Italia ci siano solo 76 mila persone 
che guadagnano più di 100 mila euro? Sapete cari 
amici che si vendono nel nostro Belpaese? (non il 
formaggio) …Circa 210 mila auto di lusso il cui costo 
singolo supera i 100 mila euro!  Vi assicuro che 
queste cifre fanno sobbalzare i nostri cugini europei 
e d’oltre oceano laddove l’evasione fiscale è 
considerata un reato sociale molto grave e come tale 
sanzionato. A differenza di quanto accade dalle nostre
parti dove si è determinati e disposti a tutto pur di non 
pagare, e laddove invece di perseguire detti elementi 
con tutti i mezzi, si confezionano “su misura” condoni, 
scudi fiscali, agevolazioni, maglie larghe, cavilli 
volutamente aggrovigliati.
Le differenze tra gli “indecenti e sfacciati costumi italici” 
In materia, e quelli degli altri paesi civili sono infatti 
ampie e vergognose. E si rimarcano continuamente. 
La litania degli evasori è sempre la stessa: “non pago 
perché ci sono sprechi nella macchina statale”.
Scusa puerile. Se un governo non usa bene i tuoi soldi,
al prossimo giro mandalo a casa! La verità è che 
l’evasione fiscale è assimilabile a un furto dei cittadini 
onesti, costretti a pagare tasse più onerose perché lo 
Stato possa garantire beni e servizi pubblici necessari 
a tutti, compreso lo stesso evasore che li utilizzerà …
Cari amici il mio compito è finito. 
So bene che l’argomento trattato è ostico in quanto gli
interessi economici sono immensi; le lobby comandano
tutto ciò che c’è da comandare e speranze di giustizie
sono allo stato attuale pressoché nulle. Inutile illuderci.
Personalmente amo guardare al Cielo, allargare le 
braccia e sussurrare a Lassù: “Maronna mia aiutaci tu!”
 Ciao dal vostro Cipriano



Caro Cipriani, una bella esposizione la tua condivisibile in tutto. Ora il nostro governo interviene a sostegno della Grecia con 5.5 miliardi di euro giusta e umanitaria decisione.
RispondiEliminaSe non ci sono soldi, perché l'evasione è tanta e le calamità naturali pure; da dove escono queste cifre per mantenere anche il Vaticano benché ha le sue banche e aziende varie,e offerte volontarie da parte dei privati, addirittura è totalmente esentasse? Mistero!Forse malgrado tutto c'è un considerevole plusvalore al Tesoro? Poi si fanno mille scontrosi dibattiti per posizionare decentemete gli operai.
Il commento sopra è del nostro amico Pino.
RispondiEliminaBello e circostanziato l'articolo. Bello ed impegnato il commento. Il rapporto fra l'uomo (e la donna) e le tasse è stato sempre difficile. Perché sorge costantemente un conflitto fra ciò che uno ha e ciò che qualcuno (in questo caso lo Stato o altre istituzioni) gli vuol togliere. Ci sono stati anche fior di economisti (e sapienti in genere) che hanno definito le tasse un furto, come la proprietà di comunista memoria. E sorge spontanea la domanda di che cosa ci fanno con il ricavato delle tasse. Che mi dai se mi prendi? Quesiti, precisazioni, osservazioni. No, non è facile il rapporto col fisco. E le persone non possono essere zittite soltanto dicendo che è dovere sociale pagare le tasse. Stai a vedere che meno si paga e più il popolo è virtuoso? Scherzo, naturalmente. Ma per dire che nessun quesito ha una sola risposta. Cipriano, amico, tu continua a farci ragionare. Per me il vero dramma, in futuro, sarà che molti non potranno pagare alcuna tassa per via della crescente disoccupazione e che lo stato (e simili) avranno la cassa vuota e non potranno fare niente per i cittadini. Con chi ce la piglieremo allora?
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