martedì 23 febbraio 2010

Gruppo-choc su Facebook contro down, notizia segnalata da Caterina


Tiro al bersaglio con bimbi down'. Su Facebook spunta gruppo choc  

. Nuovo gruppo choc su Facebook: 'Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down'. Il gruppo, che conta oltre 800 membri, si è collocato nella categoria 'Salute e benessere' e mostra una foto del profilo altrettanto scioccante con frasi offensive e denigratorie dei bambini down. Fondatori e amministratori: Il signore della notte e il vendicatore mascherato. Indirizzo e dati, ovviamente di fantasia, in linea con lo 'stile' del gruppo.


Sul web è già partita la controffensiva. Una community dalla quale hanno già preso le distanze altri utenti: sono oltre 1600, infatti, gli iscritti a 'segnaliamo il gruppo 'Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down' e circa 70 i membri dell'anti gruppo 'Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down'. Entrambi chiedono la chiusura della pagina, protestando contro i contenuti.
Ma i tempi non sono brevi. "Queste sono cose purtroppo molto frequenti. Abbiamo parecchie segnalazioni di questo genere, sulle cose più disparate - rispondono dalla Polizia postale - Anche su Haiti non c'è stata pietà. Ma dobbiamo tenere presente che Facebook è all'estero ed è molto difficile muoversi in tempi rapidi".
"Purtroppo in rete - confermano - è molto facile che uno dia sfogo ai bassi istinti perché si sente protetto da una sorta di anonimato. E' in parte è anche vero. Per l'oscuramento del gruppo ci vuole un provvedimento del magistrato e, dato che i server stanno all'estero, c'è bisogno di una rogatoria. A meno che non intervenga la società".
Intanto a insorgere non è solo il web. Si tratta di ''un gruppo inaccettabile, non degno di persone civili, pericoloso - commenta  il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna - E, soprattutto, un reato che, in quanto tale, sarà perseguito". "L'istigazione a delinquere, ovunque questa avvenga e  in qualunque forma, è un reato e, di conseguenza, verrà certamente perseguito dalla magistratura. I responsabili stiano certi che saranno individuati e denunciati, che la Polizia postale sta facendo il massimo per togliere di mezzo questo gruppo'' conclude Carfagna.
''Facebook, come tutto il web, è un luogo virtuale, se si vuole chiudere un gruppo è difficile, ci vuole una rogatoria per intervenire, insomma sono tempi lunghi - rileva Anna Maria Bernini, parlamentare del Pdl e avvocato - Invece, suggerisco un Codice etico di autodisciplina della rete che porti il web all'autotutela dei diritti di libertà e garanzia di tutti''.
“Da psichiatra infantile mi viene da dire che, in fondo, se siamo tutti uguali si possono far battute anche su bambini disabili. Ma la verità è che non è così perché esiste un razzismo serpeggiante”. A commentare così con IGN, sito internet del gruppo la notizia è l’ex ministro Antonio Guidi. “In un mondo dove tutti devono essere ‘super’ – continua Guidi – i down vengono presi al bersaglio. E questa è una forma di razzismo. Per questo io ho chiesto, sia al governo nazionale che all’amministrazione capitolina, di far nascere un osservatorio permanente su disabilità e razzismo. E sono convinto che nascerà. Perché tutte le barriere esistenti non sono frutto di ignoranza ma di razzismo”. “E’ giusto – conclude Guidi – fare i gay pride ma cento volte di più si dovrebbe fare per i disabili”.
Il gruppo choc ha scatenato anche la protesta delle associazioni di persone con sindrome di down, che chiedono la chiusura immediata della pagina. ''Chi ha il potere di chiudere il gruppo lo faccia immediatamente", afferma Sergio Silvestre, leader del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di down. "E' aberrante che un gruppo, culturalmente molto limitato, si diverta a scherzare su cose molte gravi - prosegue - Come associazione siamo già intervenuti in altri casi. Fatti come questo vanno stroncati sul nascere e bisogna informare i ragazzi che giocano con le situazioni di difficoltà in cui vivono alcune persone". "Verificheremo il contenuto - conclude - e faremo una denuncia alla Polizia Postale per far chiudere questo gruppo".
Gli fa eco Letizia Pini, presidente dell'Associazione genitori e persone con sindrome di down Onlus. "E' aberrante - commenta - Noi associazioni tanto facciamo per l'integrazione ma è inutile se poi abbiamo a che fare con persone che istigano alla violenza. Si deve intervenire, eventualmente anche a livello legale se ci sono gli estremi".

Finardi: mi fanno pena. «Mi fanno veramente pena: hanno più problemi loro che mia figlia». Il cantautore Eugenio Finardi, padre di una ragazza down di 26 anni, reagisce così alla notizia della presenza su Facebook di un gruppo contro i bambini down. «Da papà di una persona down di 26 anni - racconta Finardi - appena ho appreso la notizia mi sono sentito gelare lo stomaco. Ma poi, riflettendo, ho pensato che in realtà le persone down sono perfettamente capaci di dimostrare la loro forza e determinazione, in ogni momento. Mi fanno pena, piuttosto, quelli che hanno messo in piedi questo gruppo: quanto devono essere spaventati dal futuro, o sentirsi delle nullità, per prendersela con i più deboli dei deboli?». Dietro iniziative di questo genere, secondo il cantautore, «c'e probabilmente il tentativo di scandalizzare, ma anche l'intolleranza: c'è chi brucia i barboni, chi picchia gli omosessuali e chi ha pensato di spingersi un pò più in là e di prendersela con i down. Mi fanno pena», ribadisce.

Cara Anna Maria Un'amarezza senza limiti sono sicuramente "bravi ragazzi" che scrivono certe cose per gioco, dicono in molti come sempre, che pena mi fanno.
Per certi comportamenti ci vuole la mano pesante, altro che ragazzate.
Pensate solo a chi ha un figlio, parente, fratello down e si vede sbattere in faccia certe cose.
Perché non sanno che vuol dire soffrire veramente, se li prendevo io  li mettevo dentro  
e buttavo la chiave! 
Come in molti affermano, io li mandavo a lavorare negli istituti senza soldi dalla mattino alla sera dove ci sono queste persone più fortunati cosi apprezzano quello che Dio gliha donato: la salute.
Un abbraccio a tutti gli amici del blog
Caterina 

Cara Caterina che posso aggiungere al tuo commento?Non ho parole, sono fatti che dimostrano la totale mancanza di sensibilità. Si tratta di persone che non sono state affatto educate al sentimento e che non hanno avuto il piacere di conoscere una persona DOWN.  Ed è oltremodo vergognoso che riescano a nascere gruppi simili! ..Intanto ti aggiorno
.

E’ stato oscurato il sito choc su Facebook ‘Giochiamo al tiro al bersaglio con bambini down’. Il gruppo e’ stato oscurato dalla stessa societa’, dopo che ieri sono arrivate centinaia di segnalazioni alla Polizia Postale e si sono creati altri gruppi spontanei su Facebook per chiederne l’immediata chiusura.

“Un gruppo inaccettabile, non degno di persone civili, pericoloso. E, soprattutto, un reato che, in quanto tale, sara’ perseguito. ‘Ringrazio la Polizia postale per lo straordinario lavoro fatto e per la tempestivita”’. Cosi’ il ministro per le Pari Opportunita’, Mara Carfagna, ha commentato l’oscuramento del gruppo-choc su Facebook contro i bambini down.

dal web 

3 commenti:

  1. Ah questa nostra Italia: si indigna, si irrita, spacca il capello ma ti fa anche il gruppo contro i bambini down. Per me, a parte l'ovvia esigenza di una punizione esemplare, c'è il problema di guardarsi davvero in faccia come popolo e sconfiggere finalmente la violenza; tutte le violenze, di tutti i tipi. E poi rasserenarci quando l'abbiamo definitivamente sconfitta. Almeno al livello sociale se non a quello individuale.

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  2. Ciao, io dico solo una cosa che fa molto a pensare, premetto che amo gli animali, ha
    fatto molto scalpore quello che ha detto Bigazzi dei gatti, e hanno dato molta importanza, però penso che questa cosa dei down sia molto più importane, e se ne parlato pochissimo , penso a che punto stiamo arrivado.
    Complimenti Anna e non abbandonare

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  3. Voglio sperare che tale sia stato l'orrore da non avere la forza di scrivere o replicare. D'altra parte penso che quella infame ricetta del Bigazzi e quell'infame gruppo di facebook abbiano un'unica matrice: la crudeltà mentale.

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