lunedì 8 febbraio 2010

COSI' RIDEVANO I ROMANI (ANTICHI)


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C’è sempre qualcuno che ti domanda se la sai l’ultima.
Io invariabilmente dico “no, racconta”. E ce ne sono di tutti i colori, nella gran parte dei casi schifose.
Una di queste mi ha dato gli incubi. “La sai quella degli antichi romani?”. “No, racconta”.
In un campo di battaglia infuriano gli scontri fra gli antichi romani ed i cartaginesi. Alla fine, orrendi cumuli di persone morte e ferite a terra.
Un centurione romano, Terenzio, cerca nei cumuli Perseo, suo amico di vita. Prima grida il suo nome poi, pian piano, perdendo la fiducia, si avvicina ai mucchi e gira uno dopo l’altro i corpi guardando la faccia di ognuno.
Ah, dimenticavo, s’era nel pomeriggio inoltrato e cominciavano a scendere progressivamente le ombre della sera.
Terenzio, aggirandosi fra i corpi e sollevando la testa del malcapitato di turno, gli domanda: Sei Perseo? Sei Perseo?, finché si gira uno e gli risponde: trentaseo.
Da rabbrividire. Si poteva mai intendere la domanda come “sei per seo?”. Sì, si poteva. Almeno così l’antico romano, più di là che di qua, l’intese.

Io per la verità mi arrabbio quando sento queste stranezze. Ma ci sono alcuni che ridono a crepapelle. E voi? Ne avete qualcuna di storielle da raccontare?

Lorenzo

1 commento:

  1. Sì, Annamaria, si ride anche di cose sceme. Che a volte sdrammatizzano un clima più di tante chiacchiere.

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