Orribile vedere una catastrofe di questa entità colpire una popolazione che ha sofferto povertà estrema, violenza e instabilita' politica per così tanti decenni”Questa che vi propongo è una lunga riflessione del nostro caro amico Cipriano.
Ci sono momenti della propria vita quotidiana (e oggi è uno di quelli) in cui viene voglia di abbandonare tutto quello che si sta facendo o pensando di fare per fermarsi in religioso
raccoglimento, in riflessione, forse in preghiera e non conta in quali lingue o verso quale Dio, ma pensando solo alle profonde sofferenze, alla
caducità dell’esistenza di noi piccoli esseri umani gettati un po’ per caso, un po’ per fortunata (o sfortunata) coincidenza qua o là in questo nostro mondo, senza mai realmente capire o sforzarsi almeno di capire perché la vita ti concede tutto quello che ad altri tuoi fratelli invece non concede.
L’apocalisse si è abbattuta su Haiti. Il sisma di magnitudo 7 che ha scosso il Paese, uno dei più poveri al mondo, alle 16.53 del pomeriggio di martedì (le 23 ora Italiana) è stato catalogato come uno dei terremoti più violenti e devastanti degli ultimi 200 anni.
Le prime stime non riescono a dare un’immagine precisa della distruzione e delle vittime prodotte
dalle numerose scosse che hanno distrutto la capitale e gli altri centri abitati. Il premier haitiano Jean-Max Bellerive ha parlato di più di 100 mila decessi, mentre altre fonti parlano addirittura di 500 mila morti e di centinaia di
migliaia di feriti e senzatetto. L’epicentro è stato individuato a pochi chilometri dalla capitale Port-au-Prince, dove il palazzo del Parlamento, della Presidenza e l’edificio che
ospita la sede dell’Onu sono crollati.
Secondo il governo francese e i vertici delle Nazioni Unite i membri del personale presenti al momento del terremoto sarebbero tutti morti. Le comunicazioni telefoniche sono interrotte ed è
stato difficile prestare i primi soccorsi.
Questa è la fredda sintesi di un disastro che potrebbe essere il più terrificante delle ultime dieci generazioni; forse cinque volte più disastroso in vite umane di quello che la storia classifica tra i più violenti e sanguinosi degli ultimi due secoli: quello di Reggio Calabria e Messina del 28 dicembre 1908 e che causò oltre centomila vittime.
Sicuramente adesso si mobiliterà, sull’onda dell’emozione,una catena di solidarietà a livello planetario anche perché Haiti è una delle nazioni più povere del mondo, grazie soprattutto a mortificanti dittature (i tristemente ed indimenticabili dittatori Papà Doc Duvalier
padre e figlio), tra l’indifferenza mondiale per una nazione ed un popolo che non potevano
dare nessuna ricchezza in cambio di aiuto.
Dalle nostre parti, a casa nostra, forse sarà per la coscienza sporca, la convinzione che donando
l’obolo si può tornare moralmente vergini, molti si commuoveranno e forse anche sinceramente ci sarà la solita corsa alla solidarietà, a primo
impatto bella da vedersi e indubbiamente anche utile per i primi vitali soccorsi; poi sicuramente
ci saranno quelli che si metteranno in mostra per prendere il nastro di primo della classe, le televisioni faranno girare sempre lo stesso
pietoso spettacolo; ma suvvia non facciamo gli ipocriti: in sostanza ci rallegreremo tutti intimamente che il disastro abbia colpito lontano, tra poveri e derelitti, tra quelli che non hanno i gravi problemi che abbiamo noi di organizzare su due piedi le settimane bianche, di scoprire finalmente chi è l’idiota più idiota che vincerà al grande fratello, di come ristrutturare la terza o quarta casa per chi c’è l’ha o farsi l’abbonamento a Sky per vedere il calcio in tv, noi che abbiamo seri problemi di
nevrosi quando l’antenna televisiva non è ben orientata ed abbiamo problemi con il digitale terrestre.
Noi che non sappiamo più dove smaltire le tonnellate di immondizia piene di ogni ben di Dio, di dove andare in vacanza ad agosto, di come fregare il fisco e fottere il prossimo, di come convivere allegramente con camorra, mafia e n’drangheta facendoci i classici cazzi nostri (scusate), di dove buttare negri e badanti quando non ci servono più, di pregare Nostro Signore scrupolosamente solo per noi stessi e mai per il prossimo, di pulire la nostra casa e gettare la polvere per strada e pulire la nostra coscienza buttando il soldino nella cassetta dell’obolo
.
Noi che abbiamo i problemi con le Banche ed i conti bancari, noi che abbiamo sempre dilemmi insoluti con l’amante, il coniuge, la suocera ed il barboncino di casa, noi che ci ritroviamo il chiletto di ciccia sulla pancia e non riusciamo a risolverlo con la palestra o la corsetta, noi che schifiamo i nostri sindaci, i nostri assessori, i nostri consiglieri e poi puntualmente li votiamo sempre perché ci promettono il piacerino, il posticino, il regalino, il sorrisino, tutti parenti stretti e prodromi della sicura fregatura.
Noi che aspettiamo con ansia la riforma della giustizia uguale per tutti, del lavoro per tutti,
delle tasse giuste, della scuola e della sanità uguali per tutti, di conoscere le amanti ed i programmi roboanti di questo o quel Cavaliere e di tutto il seguito di scudieri, cortigiani, giullari e servi di corte.
Noi che dobbiamo convivere impietosamente e quotidianamente con i nostri piccoli e grandi egoismi, Di grazia e per piacere, lasciateci in pace con i nostri problemi …Quei poveracci di Haiti …Ci dispiace ma che volete, sono poveracci ed hanno finito di soffrire; noi purtroppo abbiamo altro a che pensare.
Forse è per questo che ci schifano pure i terremoti e la morte!
Cipriano
Cipriano, quanto hai ragione!! Ma, vedrai, ce ne dimenticheremo presto. Fino alla prossima catastrofe.
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