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venerdì 6 novembre 2009
CAPITALISMO DESTRA E SINISTRA-scritto da Lorenzo-
Finito il Congresso del Partito Democratico, mi sembra utile riprendere il discorso di analisi politica in questa nuova situazione in cui si affacciano possibili nuove ipotesi di collaborazione fra le forze politiche e possibili nuove aggregazioni oltre a quelle ormai tradizionali.
Sul Corriere della Sera del 23 settembre 2009, a pag. 10, c’è un bell’articolo di Michele Salvati che voglio riprodurre, seppur parzialmente. Consiglio vivamente tutti gli amici del blog di procurarselo perché mi sembra veramente fondamentale. Infatti, in un momento in cui non esistono differenze sostanziali fra i sistemi ideali, o ideologici, in politica ed economia, spesso ci riduciamo a chiacchierare senza costrutto mentre dovremmo sforzarci di entrare effettivamente nei contenuti delle questioni. Troveremmo in tal modo più possibilità di accordo fra le varie posizioni e finalmente dibatteremmo nel concreto.
Ma vediamo, dunque, che cosa scrive Salvati:
“ Non trovo paradossale che nei grandi Paesi europei le forze di centrodestra prevalgano in questo momento su quelle di centrosinistra, proprio mentre il capitalismo conosce una delle sue crisi più gravi”.
“Stato e mercato….sono ormai strumenti utilizzabili da entrambi gli schieramenti e se la destra da liberista diventa statalista, com’è avvenuto durante la crisi, questo non sorprende nessuno. E la sinistra ha poco da obiettare, dopo il suo adattamento al regime liberista degli anni scorsi, conclamato nel caso di Blair ma seguito di fatto in tutti i principali Paesi europei. Si aggiunga che la destra, in una situazione di crisi e di paura, di diffuse preoccupazioni per l’occupazione e di disagi dovuti all’immigrazione, dispone di uno strumento formidabile che la sinistra non può usare: lo strumento anti-illuministico della vecchia tradizione conservatrice, il Dio/Patria/Famiglia (Regione al posto di Patria, nel caso della Lega) da brandire contro tutte le minacce esterne.
Dunque, non è per nulla paradossale che la destra prevalga in questa prima fase della crisi. E non è affatto detto che questa prevalenza debba durare a lungo. Ma per capire se e quando ci sarà un’inversione del ciclo elettorale, Paese per Paese, è necessario spacchettare parole generiche e non caratterizzanti come Stato e Mercato, come se la destra fosse sempre e necessariamente a favore di più mercato e la sinistra di più stato. Problema per problema, occorre trovare combinazioni adeguate dei due strumenti e far capire che non è la loro natura , ma il loro uso che può differenziare le proposte dei due schieramenti”.
Ho sottolineato le ultime frasi perché mi sembrano cruciali. Serve, a parere di Salvati e più modestamente anche mio, un nuovo modo di fare politica, direi un modo serio, basato su fatti e non slogan, su approfondimenti e non su parole vuote, su collaborazioni e non su esclusioni, sul reciproco rispetto e non su insulti ed invettive. Escludendo rivoluzioni che cambino il mondo alla radice ed impossibili ritorni del comunismo reale che nessuno vuole.
Che ne pensiamo noi?
(LORENZO)
Peccato che nessuno voglia partecipare ad un dibattito così stimolante come quello proposto da Michele Salvati. Evidentemente ognuno si tiene per sé la sua verità.
RispondiEliminaLorenzo. Se per salvati sia un paradosso, il perché nei paesi europei il centro destra prevale sul centro sinistra, a me sembra scontato, nessun paese occidentale ha scelto di essere governato dai partiti comunisti, proprio per non fare la fine di molti paesi dell'Europa, i governi di centro sinistra italiano, anno deluso, specialmente la classe operaia. Le ragioni sono molte, ma una su tutte va identificata nella mancanza di un avversario capace di rappresentare una scelta non sola politica ma anche culturale e di linguaggio. Tanti elettori delle fasce più povere trovano rifugio più a destra che a sinistra, questo secondo me è Il problema, quando sarà risolta forse la sinistra, può incominciare a sperare. Un saluto Luciano
RispondiEliminaGrazie Luciano. Io dico che se non esistono differenze ideologiche fra destra e sinistra il confronto andrebbe portato nel campo dei programmi. Programmi, ovviamente, fattibili e condivisi. Non si può continuare a far finta che esistano "lotte" ideali quando non ci sono. E che basti mettersi al posto dell'altro per cambiare le cose. Inoltre, io ritengo che, prima di tutto, debba perseguirsi l'obiettivo dell'interesse del Paese. Da qui l'esigenza di collaborare nella misura maggiore che sia possibile.
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