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mercoledì 24 agosto 2016
TERREMOTO LAZIO : NUMERI UTILI. FACEBOOK ATTIVA IL SAFETY CHECK
Palazzo Chigi fa sapere che sono attivi i seguenti numeri: del contact center della Protezione civile: 800840840; e della sala operativa della protezione civile Lazio: 803555.
L'utilità dei social: Facebook ha attivato il servizio "Safety check", per consentire agli utenti di segnalare che sono al sicuro in caso di pericolo. E' già stato attivato per altri disastri naturali come il terremoto in Nepal nel 2015 e recentemente per gli attentati terroristici di Nizza e Parigi. Attraverso il Safety Check l'anno scorso piu' di 950 milioni di persone hanno ricevuto una notifica che li avvisava che un loro amico era al sicuro durante una crisi.
martedì 23 agosto 2016
BASTA FOTO DI BAMBINI MORTI IN GUERRA!
Se non riusciamo a proteggerli da vivi, troppo interessati a delle stupide guerre per soddisfare la sete di potere dei pazzi che governano, rispettiamoli almeno da morti!
La foto del bambino siriano sulle spiagge turche che ha fatto il giro del mondo è stata solo una strategia per commuovere noi occidentali. Ce l'hanno mostrata, sbattuta in faccia per giorni e giorni. Assunta come "foto simbolo" ! La Merkel dopo quella foto ha aperto le porte della Germania ai clandestini. La foto, invece, della piccola e innocente bimba schiacciata sotto un camion guidato da un clandestino francesizzato a Nizza è stata nascosta immediatamente. In un caso o nell'altro trovo VERGOGNOSO strumentalizzare questi poveri bambini che non sono al sicuro da nessuna parte, ormai.
Annamaria
Ma non sarebbe ora di smetterla di pubblicare foto di bambini morti e feriti in guerra.?
Succede così. In questi tempi in cui i flussi informativi sono ultra ramificati e orizzontali.
Mentre scorri timeline su facebook succede di imbatterti in una foto con bambini ricoperti di sangue con occhi sbarrati e magari un arto maciullato o mancante, con sangue, tanto sangue. Mischiata con selfie della tua cara amica che mentre ti mostra la grigliata o la località di vacanza dove si trova ti commenta-wowwww che bellooooo!
Si vuole sensibilizzare?… Chi, cosa, quando? Ottenete di far sapere che dei bambini sono morti o stanno morendo, ma come stanno morendo questi bambini?? E’ solo una curiosità morbosa , il you-porn della guerra.Le parole bambino e morto non suscitano piu’ attenzione? Ci vogliono le immagini…con il risultato di grande banalizzazione e analfabetismo dei sentimenti.
Allora mi domando per essere sensibilizzati nei confronti della pedofilia cosa serve, la foto di un vescovo mentre sodomizza un bambino? Oppure per capire che picchiare un bimbo è sbagliato prima va guardata la foto di un padre che frattura il naso del figlio?
Interessano davvero i motivi della guerra ?
.. Stanno morendo dei bambini! Guardate come mi indigno e come sono sensibile. Perché voi merdacce non vi indignate e continuate a vedere e commentare le olimpiadi del Brasile. Perché voi continuate a pubblicare le foto delle vostre grigliate, colazioni e cene. Svegliatevi stanno morendo dei bambini!
Nel senso più spregevole del termine questa enfasi sui bambini è veramente borghese . Fa il paio con il disumano amore per gli animali, in particolare i cuccioli di animali.
Vorrei capire se postandola foto di un uomo di mezza età morto in maniera accidentale a causa di un bombardamento , lascerebbe indifferenti? Per forza bambini devono essere?
La vita umana è sacra, sempre, anche a 90 anni.
Però le foto che vale la pena di condividere e che diventano virali per qualche giorno sono quelle dei bambini morti. E così facendo ecco che ci sentiamo apposto con la nostra coscienza, alimentando la nostra “super sensibilità” facendo vedere al mondo (virtuale)che noi siamo per la causa giusta e voi cazzari siete insensibili, pieni di contraddizioni.
Che poi tutto questo avviene belli seduti e comodi sul divano con il WiFi, magari una tazzina di caffè caldo e fumando una bella sigaretta.
Utilizzando il nostro social preferito tipo facebook di proprietà di un ragazzo americano miliardario che fa lobbing e che è molto vicino al governo americano.
Governo americano che appoggia e finanzia la politica militare di Israele. Magari abbiamo postato il tutto grazie ai nostri stupendi Smartphone realizzati da multinazionali che sfruttano lavoro sottopagato, anche minorile (i bambini!!!), utilizzando minerali grezzi contenenti tantalio, tungsteno, stagno e oro acquistati dai signori della guerra in Congo.
Basta con queste foto di bambini morti. Rispettiamoli
Possiamo, anzi, dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica con la forze delle nostre idee. Informiamoci, informiamo. Le idee valgono più di cento foto cruente. Vittorio Arrigoni un fotreporter attivista che in Palestina ci ha lasciato la vita scriveva nel suo libro “Gaza. Restiamo umani”
Ieri ho scattato alcune fotografie in bianco e nero alle carovane di carretti trascinati dai muli, carichi all’inverosimile di bambini sventolanti un drappo bianco rivolto verso il cielo, i volti pallidi, terrorizzati. Riguardando oggi quegli scatti di profughi in fuga, mi sono corsi i brividi lungo la schiena. […] Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman, non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io.
Pinellus
domenica 21 agosto 2016
. ....CHIUSO PER FERIE...CON UNA RIFLESSIONE E QUALCHE SELFIE
C’era una volta un paese dove alla fine di luglio o al massimo agli inizi di agosto, tutti i negozi appendevano alle serrande il fatidico ed immancabile cartello “Chiuso per ferie dal 1/8 al 31/8 ”. Più di uno allungava le ferie anche alla prima settimana di settembre, agosto era in ogni caso e da qualsiasi parte lo si prendesse, una tragedia greca per gli scalognati (pochissimi) che, a cavallo della settimana di ferragosto, se restavano a casa correvano seri rischi di rimanere letteralmente in preda all’inedia per mancanza di viveri.
Ricordo che si ricorreva a quella vecchia salumeria della periferia, in quel vecchio palazzo rassomigliante più ad una masseria di campagna; seppur con la serranda scrupolosamente abbassata e chiusa per ferie, attraverso una porticina nascosta dentro il palazzo, attraversando più silenziosamente di un gatto la cucina e l’intero appartamento del salumiere, si arrivava dietro il bancone nella più completa penombra dell’esercizio chiuso dove, quasi imitando la circospezione degli spacciatori di droga, l’anziana grassa ma benedetta dal cielo proprietaria, velocemente ti impacchettava il filoncino di pane, la busta di latte e due banane, il tutto ben occultato all’uscita dove, una volta arrivati per strada, guardavi con sospettosa prudenza intorno, per vedere se qualcuno ti avesse notato (probabilmente più che i vigili era la vergogna di essere individuato come il classico sfigato morto di fame non in ferie).
Quell’unico lontano, “sgarrubato” e mimetizzato negozio di alimentari, era la sola ancora di salvezza per chi, per scelta o necessità, rimaneva a casa ad agosto, anche se la stessa necessità veniva poi ugualmente evidenziata nei periodi dei lunghi, prolungati e numerosi ponti festivi, compreso Natale.
E veniamo ai giorni nostri. Io, insieme a più di cento colleghi della stessa Amministrazione, il 1° maggio c.a. Festa del Lavoro, ero in regolare sevizio per espletare i compiti di istituto assegnati. Prima di arrivare (di buon’ora) al mio posto di servizio, ho potuto osservare, attraversando la città, come la stessa già fervesse di una attività lavorativa fuori del comune …
Camion e camioncini che scaricavano merce fuori le salumerie e supermercati, bar già affollati, edicole aperte, serrande che si alzavano, commesse e commessi che si affrettavano, parcheggi auto già esauriti, ambulanti già in posizione ed addirittura (??) i lavavetri e “vucumprà” pronti ai semafori.
In quei brevi minuti la mia mente è volata agli ormai anni lontani allorché in questo giorno, in una città assolutamente deserta e dove gli unici esercizi aperti erano la farmacia di turno e qualche bar, si aspettava quello che poi era l’unico evento fuori del normale per una piccola città di provincia: la famosa sfilata dei lavoratori del 1° maggio.
Puntualmente alle dieci e per più di due ore, migliaia e migliaia di lavoratori a piedi, sui mezzi più variopinti, i lavoratori dei campi sui trattori, provenienti da tutta la provincia, attraversavano il corso cittadino al suono di bande e canti tra bandiere al vento.
Per noi ragazzini era una festa, ma si provava altresì enorme rispetto ed affetto per quei volti abbronzati, molti segnati dall’età e scavati dal duro lavoro. Quella sfilata era il simbolo di una Italia che lavorava duramente, ma che in quel giorno ti veniva a salutare festosamente anche se rigorosamente austera, contadina ed operaia, a ricordo delle sane origini. …
Ma questa è un’altra storia, (ragazzi mi sto commuovendo) una fotografia ormai ingiallita; torniamo a noi, al recente 1° maggio che vi stavo narrando.
Poco prima di chiudere il mio turno di servizio, immancabilmente arriva la telefonata della cara consorte che mi chiede se potevo, prima di rientrare, approvvigionarmi di un po’ di pane.
Un problema alle ore 14,05 del 1° Maggio? Macchè! Un bel panificio al centro continuava a sfornare fragranti pani e panini; e già che c’ero, una bella pasticceria mi ha fatto completare la spesa con dei dolci. Pensate che nella prima serata la situazione era diversa? …
Ho visitato uno dei numerosi Ipermercati ( tutti aperti) e dove c’era molta più gente che nei cosiddetti giorni normali.
Una cosa che mi ha però colpito, osservando con una certa attenzione gli sguardi e gli atteggiamenti dei lavoratori, era una sorte di intima rassegnazione al dover “volenti o dolenti” assolvere al proprio lavoro in una giornata una volta consacrata al più alto livello, al riposo ed alla festa.
Molti opporranno a questa mia considerazione la tesi della ineluttabilità della moderna concezione del commercio. Bene! quindi mi aspetto il “tutto aperto” il giorno di ferragosto, il 25 dicembre, il 1° gennaio ed a Pasqua. Spero solo che ai lavoratori venga dato “quel che si deve …(il giusto)” senza ricatti o piccoli sottobanco ( ma ci credo poco o nulla…).
Il caro cartello, vecchio ed antiquato, “CHIUSO PER FERIE” purtroppo viene in questi tempi difficili sempre di più sostituito con “CHIUSO PER CESSATA ATTIVITA”.
Speriamo che questi sacrifici lavorativi possano servire almeno a scongiurare, in parte, questa emorragia di fallimenti commerciali. …
Ciao dal vostro Cipriano...
CIPRIANO |
Ciao anche da Annamaria, per qualche giorno di vacanza!!
Anche io metto il mio cartello
E vai con i miei selfie che non sono dai paradisi caraibici e nemmeno dalla mia amata Sicilia...ma ugualmente mi regalano tanto relax, perchè le cose belle della vita si guardano col cuore e non con gli occhi. Anche se ieri ho guardato negli occhi la zanzara che mi ha dissanguato , credetemi, volevo ucciderla ma ho lasciato perdere... è sangue del mio sangue.....
E mica potevamo mancare noi !!! E poi uno scatto cosi ,oltre a farci sentire adolescenti, costa più fatica perchè la faccia deve rimanere immobile (come quando si giocava alle belle statuine). Deve tendersi solo e lentamente il muscolo elevatore del labbro superiore e in maniera lieve, quelli trasversali del naso....
ANNAMARIA