Vorrei festeggiare la Pasqua con un inno alla Resurrezione, perché Cristo risorge per amore verso gli uomini e lo faccio ricorrendo alla Bibbia che riporta un evento di portata storica nella vita di due persone che si amano.
Si tratta di un dialogo romanticamente struggente tra due sposi.
Ma prima, credo di fare cosa utile dandovi alcune informazioni concernenti il contenuto e la natura del testo.
Il Cantico dei Cantici, uno dei libri canonici della Bibbia, è, dei 44 che costituiscono il Vecchio Testamento. Si tratta di un delicato poemetto, composto di otto capitoli, di carattere tipicamente orientale per le immagini fantasiose, il linguaggio vivacemente sensuale e il senso poetico della natura.
E’ la reciproca dichiarazione d’amore, ardente e delicata insieme, di una sposa e di uno sposo. Lo sposo, presentato come pastore e re, appare con il nome di Salomone.
La sposa è descritta come una pastorella ed è chiamata Sulamite.
Di questo Cantico furono date diverse interpretazioni. Quella oggi prevalente vede sotto la metafora del linguaggio amoroso, l’intimo rapporto di Dio con gli uomini e l’amore di Cristo per la sua Chiesa.
Dal un punto di vista letterario è un gioiello di poesia amorosa, il componimento più altamente lirico di tutta la Bibbia.
Vogliate apprezzarne la bellezza letteraria, ma soprattutto, l’aspetto umano e sentimentale.
DA IL CANTICO DEI CANTICI”
DICE LA SPOSA
Come un melo fra gli alberi della foresta,
così è l’amato mio fra gli altri giovani.
Alla sua ombra mi diletto e mi riposo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
Mi conduce nella casa del vino
e amore è il suo vessillo su me.
Con focacce d’uva passa, rianimatemi,
ristoratemi con mele, ché sono malata d’amore.
La sua sinistra è sotto il mio capo
la sua destra mi abbraccia.
[…]
Un rumore! E’ il mio amato!
Viene saltando per monti e colli.
Somiglia a una gazzella o a un capretto.
Ecco, si è fermato dietro al nostro muro.
E guarda dalle finestre, spia dalle inferriate.
DICE LO SPOSO
Quanto sei bella, amica mia!
Gli occhi tuoi sono colombe
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre
sdraiate sulle pendici del Galaad.
I tuoi denti sono pecore tosate
che risalgono dalla pozza dell’acqua.
Come nastro di porpora sono le tue labbra.
[…]
I tuoi seni sono come due caprioli,
due gemelli di gazzella,
che pascolano fra gli anemoni.
Prima che svanisca il giorno
e s’allunghino le ombre
me ne andrò al monte della mirra e dell’incenso.
Tutta bella tu sei, amica mia,
e non c’è alcun difetto in te.
[…]
Rapisti il mio cuore, sorella mia, sposa,
rapisti il mio cuore con un solo sguardo,
con una sola gemma della tua collana!
Quante sono belle le tue carezze, sorella mia, sposa,
quanto sono inebrianti più del vino.
E il profumo dei tuoi unguenti, più di tutti i balsami!
Favi di miele sono le tue labbra, o sposa,
miele e latte è la tua lingua
e il profumo della tua veste è come odore de Libano.
Giardino chiuso sei, sorella mia, sposa,
giardino ben recintato,
fontana sigillata,
paradiso di melograni
con frutti squisiti,
e fiori di cipro e nardo,
zafferano, cannella e cinnamomo,
con piante d’incenso d’ogni qualità,
mirra e aloe,
con i balsami più preziosi.
DICE ANCORA LA SPOSA
Bianco e rosso è l’amato mio, fra mille si distingue.
Il suo capo è oro fino, i suoi ricci rami di palma,
neri come il corvo. I suoi occhi sono colombe
sulle sponde di rivi d’acqua,
lavate nel latte e stese lungo ruscelli in piena.
Le sue guance come aiuole di balsamo
e profumi, le sue labbra come gigli stillanti mirra.
Le sue mani globuli d’oro con gemme di Tarsis,
il suo ventre, avorio lavorato, coperto di zaffiri.
Le gambe colonne di marmo su basi d’oro fino,
l’aspetto come il Libano, fiorente come i cedri.
Il palato è dolcissimo e lui tutto desiderabile.
Questo è l’amato mio, questo il mio amico,
figlie di Gerusalemme!
Auguri di una serena Pasqua a: Annamaria (O.B), Annamaria2, Maria, Lorenzo, Mimma, e…al nostro e più brillante Blog!
Enzo
pensieri, amore, attualità, curiosità dal web, ricette...e non solo
sabato 26 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
TUTTE PAZZE PER LO SHATUSH
E’LA MODA DEL MOMENTO.
SHATUSH, GIOCHI DI LUCE NELLE CHIOME DELLE STAR E NON…
BANDITE LE VECCHIE MECHES COSÌ COME I COLPI DI SOLE.ECCO CHE I PARRUCCHIERI ITALIANI (RI)PORTANO NEI LORO SALONI LO “SHATUSH”!
NATO NEGLI ANNI ’60 NEI SALONI DI HOLLYWOOD E NEW YORK, STA AVENDO GRANDE SUCCESSO TRA VIP E DONNE MENO NOTE. I PREZZI SONO PER OGNI TIPO DI PORTAFOGLI, VARIANO DAI 60 AI 130 EURO CIRCA.
DUNQUE NON SONO MECHES, NÈ COLPI DI SOLE, NÈ UNA VERA E PROPRIA TINTA; UN TIPO DI SCHIARITURA GRADUALE SOLO SULLE PUNTE DEI CAPELLI, SFUMANDO IL COLORE IN MODO CHE APPAIA NATURALE E MORBIDO. CON QUESTO SI ELIMINEREBBE COMPLETAMENTE IL FASTIDIOSO PROBLEMA DELLA RICRESCITA.
IL FASCINO DI QUESTA TECNICA STA PROPRIO NEL FATTO CHE NON SI CAPISCE BENE DA DOVE INIZI LA SCHIARITURA E DOVE TERMINI IL COLORE NATURALE DEI CAPELLI. È SULLA LUNGHEZZA CHE L’EFFETTO SHATUSH DÀ IL MEGLIO DI SÉ.
NON TUTTI I PARRUCCHIERI SONO A FAVORE DEL SUO UTILIZZO. L’ HAIR STYLIST TONY LIONETTI HA UNA SUA PERSONALE CONVINZIONE A RIGUARDO: “SONO CONTRARIO A QUESTO TRATTAMENTO E NON LO APPLICO NEL MIO STUDIO PERCHÈ RITENGO ROVINI I CAPELLI. LA PERCENTUALE DI OSSIGENO È MOLTO PIÙ ALTA RISPETTO ALLE VARIE TINTURE E VA A DANNEGGIARE LA FIBRA DEL CAPELLO.
MA AD ESSERE FAVOREVOLE È UN ALTRO IMPORTANTE PROFESSIONISTA DEL SETTORE, ALBERTO FRIGERI, IL QUALE ,AL CONTRARIO, SOSTIENE A GRAN VOCE QUESTA INNOVAZIONE. “OLTRE AGLI EFFETTI NATURALI DELLO SHATUSH, PIACE PERCHÉ NON LASCIA UNA RICRESCITA BRUTTA DA VEDERE, COME ACCADE PER LE COLORAZIONI NETTE. SI PUÒ RITOCCARE LO SHATUSH PERSINO DOPO 3 MESI, SENZA CHE NEL FRATTEMPO SI ABBIA UN ASPETTO DISORDINATO. GRAZIE ALLA TECNICA DELLA COTONATURA, NON SI OTTENGONO LINEE RIGIDE PIÙ CHIARE, COME ACCADE PER I COLPI DI SOLE”.
TRA I PIONIERI DELLO SHATUSH VI SONO LE FOLTE CHIOME DELLE VIP QUALI GISELE BÜNDCHEN, JENNIFER ANISTON E BELEN RODRIGUEZ CHE NON RIESCONO A FARNE PIÙ A MENO DOPO AVERLO PROVATO. IO LE HO SPERIMENTATE ALLA FINE DEGLI ANNI 70…CARUCCIA, EH?
Annamaria
martedì 22 marzo 2016
BIMBO CONGOLESE SBARCA IN SICILIA IN GIACCA E CRAVATTA
Un bambino congolese di 3/4 anni sbarca, dopo aver affrontato il mare, in italia in giacca e papillon. La mamma le aveva detto vestiti elegante. Ci sarà una grande festa. Su Repubblica F. Viviano spiega questa foto
Quel bimbo congolese in giacca e papillon sbarcato da una delle navi di Frontex non lo dimenticherà mai. “Avrà 3 o 4 anni e si era fatto tutta la traversata dalla Libia vestito in quel modo. La madre che lo teneva per mano gli aveva detto che sarebbe stato il viaggio più importante della sua vita, sarebbero arrivati in un paese che li avrebbe accolti con una grande festa e dunque bisognava vestirsi eleganti. Dal Congo volevano arrivare fino in America, ma non sapevano neanche dove stessero sbarcando quando sono arrivati qui”.
Di bimbi cosi il vicequestore Marica Scacco, non ne ha più visti. Da dirigente dell’ufficio immigrazione, si occupa dell’accoglienza delle migliaia di migranti che hanno ripreso a sbarcare sulle coste siciliane, quasi 5mila negli ultimi 5 giorni. E proprio a Catania, già nei prossimi giorni sarà operativo l’hotspot che il Viminale ha previsto di aggiungere a quelli di Lampedusa, Pozzallo e Trapani e un altro, di imminente apertura, a Messina.
Una sorta di gioco, come succede con il piccolo protagonista ne La Vita è bella con Benigni. Un gioco mentre si affronta l’orrore e l’enorme rischio del mare.
E intanto oggi l'Europa ha subito un'altro attentato a Bruxelles. Come si potrebbe spiegare ad un bambino?
-Che abbiamo politici , come bambini, alle prese con i loro giocattoli?
-Che "combattono" per la propria religione , dal Dio Cristiano al Dio Mussulmano?
- Che si è sempre combattuto in nome di un'unica religione comune a molti popoli : il dio potere/denaro?
Che dirti piccolino, questi signori ignorano la sofferenza umana (in oriente e occidente) e i terribili effetti delle loro tragiche politiche. E noi, semplici cittadini, rischiamo la vita ogni giorno.
Annamaria
lunedì 21 marzo 2016
COACH DELLE ABITUDINI
Una mente resiliente ha un'abitudine: guardare oltre l'ostacolo e non l'ostacolo. Dietro l'ostacolo c'è sempre il ponte: se guardiamo oltre, acquisiamo motivazione, perché sappiamo che vale la pena superarlo. Se ci fissiamo sull'ostacolo, invece, perdiamo motivazione e agiamo spesso sulla difensiva, senza considerare la prospettiva più ampia. Da guerrieri diventiamo "vittime degli ostacoli" che raccontano della loro sfortuna e di come non possono andare dove vogliono.
Che tu possa sempre vedere il ponte dietro l'ostacolo.
Annamaria