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sabato 24 gennaio 2015
C. TAORMINA CONDANNATO PER DISCRIMINAZIONI VERSO I GAY
E dopo questa notizia solo un commento stringato per Taormina:
Tiè...nulla al mondo dà più soddisfazione che vedere l'arroganza e l'ingiustizia punite. Perchè le persone più note, quelle che hanno più visibilità e credibilità, considerando anche il ruolo professionale, dovrebbero essere più attenti a quello che dichiarano pubblicamente, accorti a non mandare messaggi errati e discriminatori.
Mi domando : come operava la "cernita"? ... Non con la sola domanda a cui uno/a pur di lavorare poteva anche mentire. Adottava, forse, qualche metodo pratico o... faceva da "cavia"?
By IFQ
La Corte d’Appello di Brescia ha imposto il pagamento di un risarcimento di 10mila
Disse che nel suo studio non avrebbe mai assunto un gay. Una frase che nell’agosto scorso è costata a Carlo Taormina una condanna per discriminazione da parte del Tribunale di Bergamo che ha imposto all’avvocato il pagamento di un risarcimento di 10mila euro. La sentenza è stata confermata ieri dalla Corte d’Appello di Brescia.
Taormina dovrà versare la cifra a un’associazione che tutela i diritti degli omosessuali e dovrà pagare la pubblicazione sul Corriere della Sera della sentenza. L’avvocato era intervenuto nel 2013, alla trasmissione La Zanzara di Radio 24, e, rispondendo ad una domanda del conduttore, aveva detto che mai avrebbe assunto un omosessuale. L’avvocato aveva anche aggiunto “nel mio studio faccio una cernita adeguata in modo che questo non accada”.
Annamaria...
venerdì 23 gennaio 2015
ESCORT SCRIVE ALLE MOGLI DEI CLIENTI: ECCO PERCHE' I VOSTRI MARITI CERCANO ME.
Perchè gli uomini vanno con le prostitute? Una escort ci da tutte le risposte e ci spiega un po' di psicologia maschile
Perché un uomo va con le prostitute? Perché cerca i servizi offerti dalle escort? Cosa hanno queste donne che a noi manca? Noi donne ci arrovelliamo il cervello con certe domande, siamo sospettose, insicure e diffidenti. A svelare tutti i perché ci pensa una escort americana che ha scritto una lettera aperta su Vice rivolta a tutte le mogli dei suoi clienti, una lettera in cui fa capire cosa offre e perché i mariti si rivolgono a lei per soddisfare i propri bisogni.
La escort si chiama April Adams (ma è uno pseudonimo) ed è newyorchese, le donne a cui si rivolge le potenziali mogli dei suoi clienti, non mettendo nomi o riferimenti specifici, si rivolge a tutte e a nessuno e questo può essere davvero pericoloso per la psicologia femminile.
Il punto cruciale della questione è il sesso, a muovere gli uomini è quello, April esordisce con due domande che sono: “Permettimi una domanda: quando è stata l’ultima volta che avete fatto sesso tre volte in una settimana?” e poi “E quando è stata l’ultima volta che se ne è lamentato? Non pensi che forse abbia deciso di toglierti la gestione del problema dalle mani e metterla nelle mie?”.
In pratica April Adams spiega che i mariti hanno delle esigenze che devono essere soddisfatte e che loro trovano (quasi) sempre il modo per farlo, afferma anche che se vanno a cercare una escort è perché non vogliono distruggere il matrimonio o la relazione, se cercassero un’amante nella babysitter, nella vicina di casa o in una collega sarebbe decisamente molto peggio.
La signorina Adams dà un punto di vista schietto e oggettivo e racconta la questione sesso e tradimento dal lato di chi ne usufruisce, di chi non lascia spazio ai sentimenti, lei si considera una dipendente, non una compagna o un’amante, tutto quello che offre lo fa in cambio di denaro.
La lettera si conclude con questa frase: “Io sono l'ingrediente segreto in un sacco di matrimoni sani, perché quando mi ha visto, tutti e due stanno ottenendo la quantità di sesso che desiderano. Lasciate stare il suo cellulare e potreste arrivare al vostro 50° anniversario di matrimonio. Prego”.
La lettera è sicuramente provocatoria e la ragazza in cerca di visibilità, il punto di vista di una escort è di parte dato che con gli uomini fedifraghi ci lavora e ha tutto l’interesse per continuare a farlo.
Probabilmente la soluzione migliore per salvare la coppia è parlare, spiegare i propri bisogni e cercare di venirsi incontro, magari si potrebbe pensare di consultare una psicologa e poi, se proprio non se ne può fare a meno, una escort.
Scritto da: Serena Vasta e segnalato da Antonio L.
Annamaria... a dopo
mercoledì 21 gennaio 2015
L'OMOSESSUALITA' DECISA DAI GENI
Papà, siamo gay":
Aaron e Austin Rhodes, americani di 19 anni, hanno deciso di registrare tutto in un video che poi hanno pubblicato sul web. Otto minuti per confessare la loro omosessualità. "Papà sono gay e lo è anche Austin", dice Aaron al telefono con suo padre, prima di scoppiare in lacrime. Ma a sorprendere è la risposta del padre: "Vi voglio bene e questo non cambierà mai, dovete vivere la vostra vita e fare ciò che volete".
........... Uno studio Usa: ereditata come il colore degli occhi, assurdo criticarla
L’omosessualità è influenzata dai geni, almeno in parte. Se verrà confermato, lo studio che lo psicologo della Northwestern University Michael Bailey ha presentato nei mesi scorsi al meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science potrebbe cambiare la percezione dei gay, e naturalmente riaccendere le discussioni. I suoi critici, infatti, già dicono che le conclusioni sono parziali.
Da anni gli scienziati indagano questo tema, per dirimere la fondamentale contrapposizione tra la natura e l’ambiente in cui si cresce. Se l’omosessualità è nei geni, e viene ereditata come i capelli biondi o gli occhi castani, cade ogni pretesa di attribuirla alla scelta delle persone, e quindi discriminarla come peccato o comportamento immorale e innaturale.
Già nel 1993 Dean Hamer dello Us National Cancer Institute aveva indagato le storie famigliari di cento gay, ed era arrivato alla conclusione che la loro tendenza era almeno in parte scritta nel cromosoma X. Oltre il 10% dei fratelli omosessuali la condividevano, contro il 3% nella popolazione generale. Una ricerca successiva aveva stabilito che 33 dei 40 gay analizzati avevano ereditato marker genetici simili nella regione Xq28 del cromosoma X. Erano seguite polemiche, corroborate anche da studi che negavano la connessione, dimostrando per esempio come tra i fratelli gemelli era abbastanza frequente che uno fosse omosessuale e l’altro no. Se queste persone che condividevano il Dna avevano inclinazioni diverse, il modo in cui erano cresciute era stato più importante nel definire le loro differenze, rispetto alla natura.
Ora Bailey è tornato su questo punto, conducendo una ricerca su 400 omosessuali nati dagli stessi genitori. La sua conclusione è che almeno due geni influenzano la tendenza, uno appunto nella regione Xq28, e l’altro nel cromosoma 8. Questi geni vengono passati dalle madri ai figli, e sarebbero sopravvissuti all’evoluzione perché rendono le donne più fertili. Lo stesso Bailey, però, avverte che la sua scoperta non spiega completamente il fenomeno: «La tendenza sessuale - dice - non ha nulla a che fare con la scelta. I nostri risultati dimostrano che potrebbero essere coinvolti dei geni. Abbiamo trovato le prove per almeno due che influenzano se un uomo è gay o etero. Lo studio tuttavia non è completamente determinativo, perché anche altri elementi hanno un impatto».
Secondo Bailey, infatti, i geni decidono l’orientamento sessuale solo per il 30 o il 40%. Altri fattori poi giocano un ruolo, come quelli ambientali, o il livello di esposizione agli ormoni durante la gravidanza. Questo consente a lui di sostenere che comunque la natura ha un effetto determinante, e ai suoi critici di continuare a difendere la rilevanza delle scelte e delle condizioni in cui crescono le persone.
Un' indegna "caccia alle streghe" che il mondo ,o una parte di esso, continua a portare avanti nei confronti degli omosessuali e che ancora oggi vengono ,ingiustamente, considerati dei malati da curare o dei criminali della peggior specie. Ma la psichiatria, la medicina e la psicanalisi sono progredite a sufficienza e ci dicono che l'omosessualità non è una malattia o una deviazione (come può essere la pedofilia o altro).
Ma sono la minoranza e subiscono un trattamento discriminatorio. Solo perché non si fa parte della "maggioranza" si è sbagliati ?
È come se si volesse" curare" qualcuno perché ha gli occhi azzurri invece che marroni, o perché ha la pelle marrone invece che rosacea.
Chi non sa accettare le tantissime differenze è il vero malato di questa società ,che invece devono coesistere pacificamente.
Annamaria... a dopo
martedì 20 gennaio 2015
LORENA MAZZOLA SCOMPARSA NEL NULLA A PADERNO DUGNANO
Ragazza di Senago scomparsa nel nulla, l'appello della famiglia di Lorena Mazzola: aiutateci a ritrovarla
andare all'Academy Center di Cusano
Lorena Mazzola, 15enne di Senago, è sparita nel nulla, facendo perdere le sue tracce. Quelle reali e quelle virtuali, con i profili sui social network cancellati. È successo sabato mattina, a Paderno, e da allora nessuno sa dove possa essere finita. La famiglia ha sporto denuncia ai carabinieri, che hanno avviato le ricerche.
Tutto comincia sabato mattina, quando Lorena viene accompagnata dalla madre Grazia Losapio alla fermata dell'autobus di Palazzolo, da dove ogni giorno alle 8 prende la navetta che la porta a scuola, all'Academy Center di Cusano. Ha con sé un borsone della scuola, ma anche uno zainetto rosso e un trolley nero. Aveva detto alla madre di avere una prova pratica a scuola e quindi di aver portato dietro trucchi e altre attrezzature. In effetti, All'Academy Center sabato era in programma l'open day.
All'istituto, però, Lorena non è mai arrivata. “L'ho accompagnata alla fermata – spiega la mamma -. Mi aveva detto che dopo la scuola sarebbe andata da un amica. Ho provato a chiedere qualcosa in più, ma mi ha risposto male, dicendo di smetterla di controllarla”. Alle 10.30 la chiamata alla madre, mentendo: “Sono a scuola, sto facendo una verifica”. Poi il telefono staccato.
Lorena era vestita con il giubbotto viola, i fuseaux grigi e le scarpe viola. Una bella ragazza, con i capelli rossi, alta circa 165 centimetri. I carabinieri hanno ascoltato gli amici, il fidanzato, i conoscenti. “Purtroppo abbiamo ricevuto una telefonata da parte di un ragazzo che sembrava straniero e ha detto 've ne pentirete' “, dice la madre. Famigliari e amici hanno avviato le ricerche anche su Facebook. Per eventuali segnalazioni 3336997363.
Annamaria...a dopo
domenica 18 gennaio 2015
POSSIAMO ESSERE FELICI?
LA STRADA PER LA FELICITA' NON E' DRITTA.
Esistono curve chiamate Equivoci.
Esistono semafori chiamati Amici.
Luci di sicurezza chiamate Famiglia.
E tutto si compie se hai:
una ruota di scorta chiamata Decisione.
Un potente motore chiamato Amore.
Una buona assicurazione chiamata Fede.
E abbondante carburante chiamato Pazienza.
(Fonte sconosciuta)-
Il mio antidoto qualsiasi cosa accada nella mia vita di negativo, triste oppure noioso e che sempre funziona, è la musica.
In qualsiasi grana emotiva ,grazie alla musica, me ne tiro fuori...
(Annamaria)
DUCKY Enzo, possiamo essere felici?
ENZO Aspetta, fammi bere prima il caffè e poi te lo dico.
DUCKY Fratè, parlo seriamente. Tu ed io possiamo essere felici?
ENZO Assieme…mai. Io da solo…potrei esserlo!
DUCKY Dai, seriamente! Ne vogliamo fare una “disk…dicsi…”
con l’inglese mannaggia, sai che m’inceppo facilmente.
ENZO ...disc-jokey?
DUCKY Macché!
ENZO Disquisizione!
DUCKY Ecco, quella lì.
ENZO D’accordo. Io esprimerò pensieri di altre persone famose per cultura e scienza, e anche mie riflessioni. Se tu la pensi diversamente puoi intervenire e dissentire.
DUCKY …Ok, io posso intervenire ma…la dissenteria cosa c’entra, non sono mica sordo…ci sento benissimo.
ENZO Sei duro, Duc, dissentire vuol dire non essere d’accordo. Allora, si comincia!?
DUCKY Vai!
ENZO Oh, come vorrei essere felice! Quante volte l’abbiamo detto o pensato, io e te. La felicità è un argomento serissimo. Cerchiamo di capire cos’è la “felicità”. Sin dai tempi del filosofo Aristotele e Budda, personaggi vissuti a. C., gli esseri umani ne hanno dette tante sull’argomento. Ognuno di noi ne ha un ‘idea diversa. La nozione di felicità varia da cultura a cultura. E’ stato compiuto un test tra i bambini in età prescolare di America settentrionale, Europa e Cina e Taiwan. A tutti è stato chiesto di scegliere l’espressione più felice tra una faccina con un gigantesco sorriso a bocca aperta e una faccina con espressione calma. Americani ed Europei hanno scelto la prima (per noi la felicità è gioia) mentre Cinesi e Taiwanesi la seconda: per loro la felicità è la tranquillità del cuore.
DUCKY Gli scienziati cosa hanno dichiarato?
ENZO Gli studi sulla felicità sono il prodotto della collaborazione di diversi specialisti: psicologi, psichiatri, e tu ne avresti bisogno di uno di questi…
DUCKY “Scombinato” come sei, tu ne avresti bisogno.
ENZO …psichiatri, economisti, sociologi. Pionieri nello studio della felicità sono stati gli americani Martin Seligman e Chris Peterson. Dacker Keltner, fondatore del Greater Good Science Center e professore di psicologia dice: “ Tutti si sono espressi sull’ansia, sulla depressione, sulla rabbia, sulla paura, sullo stress, ma mai nessuno si era occupato delle cose che concorrono a creare felicità o stati emotivi felici. Ecco perché è nata la scienza della felicità.”
DUCKY Specifica, Enzuccio!
ENZO Per lo psicologo israeliano Daniel Kahnema, premio Nobel nel 2002, la frase “IO SONO FELICE” può voler dire:
-Sento che la mia vita va bene;
- Sono soddisfatto di come è andata;
- Sono appagato;
-Sono orgoglioso delle scelte che ho fatto e degli obbiettivi raggiunti;
- Sono contento dei progetti che ho in cantiere.
IN SECONDO LUOGO VUOL DIRE:
- Sono entusiasta, positivo, aperto, positivo, per nulla depresso.
IN TERZO LUOGO VUOL DIRE:
- In questo momento provo un’intensa emoziono di gioia, o gratitudine, meraviglia, sintonia, venerazione, trasporto, tenerezza.
IN QUARTO LUOGO “IO SONO FELICE” vuol dire:
- Provo un’intensa sensazione fisica di piacere che mi fa stare molto bene.
Sono 4 esperienze diverse e gli studiosi hanno concentrato la loro attenzione sulla “prima” e sulla “terza” definizione.
Un altro psicologo americano, Edward Diener, afferma che si è felici se ci sono:
- Un benessere generale, legato alla soddisfazione della propria vita e a un certo numero di emozioni positive persistenti.
Altri studiosi dicono che sono necessarie due componenti:
Eccole:
La prima: E’ la sensazione che la nostra vita sia nel complesso buona e meritevole. In altri termini è la soddisfazione che proviamo per ciò che abbiamo raggiunto e vissuto.”
La seconda componente: è legata alla frequenza con cui proviamo emozioni positive rispetto a quelle negative.
Per Sonja Lyubomissky (USA) “la felicità è l’esperienza della gioia, della contentezza e del benessere positivo, combinata con la sensazione che la propria vita sia buona, degna e piena di significato.”
DUCKY Credo di aver capito tutto. Ma come si fa a stabilire quanto uno è felice? Per esempio, Tizio è più o meno felice di Caio. Come si fa a stabilire la misura?
ENZO Gli scienziati si sono messi anche a studiare “come misurare la felicità. Sono stati messi a punto diversi metodi. Lo psicologo Dacher Keltmer spiega: “Gli studi hanno riguardato un campione di persone in un periodo particolare della loro vita e hanno cercato di capire se ci sia un legame tra “felicità” e “ricchezza materiale” (chi si dichiara molto felice è sempre anche ricco o no?); (chi sono più felici gli ottimisti o i pessimisti?), tra “felicità” e “sesso” (sono più felici gli uomini o le donne? gli sposati o i single?) e via dicendo.
DUCKY Veramente interessante!
ENZO “Gli studi”, prosegue Dacher Kelner, riguardano un piccolo numero di persone, seguendo le loro vite con attenzione e nel corso di diversi anni. Sono studi ambiziosi, complicati e costosi, ma riescono a darci elementi utili a capire quale sia la traiettoria di una vita felice, quali fattori aiutino a realizzarla e come la felicità si leghi all’aspettativa di vita o alla salute. Per verificare alcune ipotesi o correlazioni, inoltre, effettuiamo anche studi sperimentali, cioè realizziamo esperimenti in condizioni controllate. E non è tutto. I questionari non riescono a dare rispospe vere ed esatte. Per esempio, non possiamo porre domande del genere: “Quanto ti senti felice in una scala da 1 a 10?” Occorrono invece “mezzi” particolari: quali indicatori di comportamento e fisici. Questi e i dati neurofisiologici (come la misura dei livelli di due neurotrasmettitori, la serotonina e la dopamina, possono essere elaborati e trattati quantitativamente, come richiede un rigoroso approccio scientifico.
DUCKY Insomma, si tratta di studi difficili e impegnativi.
ENZO Ora ti dico una cosa, anzi ti rivelo quello che ha dichiarato Emiliana Simon-Thomas, direttrice scientifica del Greater Good Science Center e docente presso l’Università di Berkeley (California, USA), che io ritengo una verità assoluta condividendola in pieno. Mi auguro che tutti lettori facciano una profonda riflessione su quello che lei ha dichiarato: “Molti credono che la felicità sia la magica condizione in cui TUTTI i nostri bisogni e desideri personali sono soddisfatti, la nostra vita ci appare fantastica, proviamo una meravigliosa, prolungata sensazione di piacere e non abbiamo mai emozioni negative, cioè non sentiamo dolore, tristezza, rabbia. No, Non è affatto così.”
DUCKY Forse ho capito, Enzo, cosa ha voluto dire. Prosegui!
ENZO In primo luogo, i nostri bisogni e desideri non saranno mai tutti soddisfatti. In secondo luogo, le emozioni negative sono parte dell’esistenza, e dobbiamo accettarle. Se perdiamo una persona cara, proveremo molta tristezza per un lungo periodo; è così per tutti, è la vita. Il lutto e il dolore non pregiudicheranno la nostra esistenza e il nostro stato psicofisico. Dobbiamo avere pazienza e capire che la felicità è un equilibrio di componenti, non una condizione di perenne assenza di dolore, e nemmeno un assoluto e lungo periodo di piacere.
DUCKY Sono letteralmente senza parole.
ENZO La psicologa americana Sonja Lyubomirsky sostiene che il livello di felicità dipende al 50% da noi, cioè è ereditario; il 10% da cause esterne, pace, guerre, solitudine, guai,insonna; il 40 per cento dipende dal nostro tasso di felicità. E’ tanto o poco?
DUCKY E che ne so. Il 40 per cento mi sembra una buona percentuale. Tu come la pensi?
ENZO Dipende: per i pessimisti e per chi vede il bicchiere mezzo vuoto, nelle nostre mani abbiamo soltanto una piccola parte della nostra felicità; per gli ottimisti, invece, ciò corrisponde quasi alla metà. Sai che ti dico, Duc? Poco o tanto che sia, è su di esso che possiamo e dobbiamo agire. La buona notizia è che, entro questi limiti, tutti potremmo essere un pò più felici, Anche adesso.
DUCKY …più superba che pria, diceve Petrolini…
ENZO Ma lui si riferiva alla città di Roma.
DUCKY Io mi riferisco alla “diss…”
ENZO Fermati, per carità, la dico io…”dis-qui-si-zio-ne.!
DUCKY E’ l’incisivo di sinistra che non mi funziona bene…ah ah!
Enzo