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sabato 24 dicembre 2011
AUGURI DA UN'AMICA DEL BLOG : MIMMA
QUESTO NATALE VORREI REGALARVI DEI FIORI,MA APPASSISCONO PRESTO,QUINDI HO PENSATO AD UNA BOTTIGLIA DI SPUMANTE,MA BEVENDOLO SI CONSUMA,CHE NE DITE DI UN PANETTONE? NO, PERCHE' MANGIANDOLO RESTANO LE BRICIOLE ,ALLORA HO PENSATO! BACI, ABBRACCI,COCCOLE E CAREZZE,QUESTO E’ IL REGALO ADATTO PER GLI AMICI SONO COSE CHE DATE CON IL CUORE SI RICORDANO SEMPRE DI TE,ED E’ QUESTO CHE IO VOGLIO FARE,RICORDARMI SEMPRE DI VOI CON AFFETTO PER TUTTO L’ANNO. BUONA NATALE E FELICE ANNO NUOVO, VVB. MIMMA
Mimma, nell'augurarci un Sereno Natale, ci regala anche la ricetta di un dolce tipico pugliese (Tarantino) : i sanacchiudere
La gastronomia tarantina è ricca di tanti piatti tradizionali che si preparan durante il periodo delle feste di Natale. Fra questi la fanno da padrone i dolci. Ad esempio i sanacchiudere sono tra le prelibatezze che più si consumano a tavola nei giorni delle feste. Ma come si preparano? Ecco la ricetta:
Ingredienti: Un chilo di farina, 100 gr. di vino bianco secco, 100 grammi di olio extravergine di oliva e un po' di sale fino, vino cotto, miele o zucchero a velo.
Preparazione: Impastare la farina con il vino bianco e mezzo bicchiere di olio. Se l'impasto dovesse risultare troppo duro aggiungere un po' d'acqua tiepida fino ad ottenere una massa morbida e vellutata.
Tagliare la pasta a piccoli pezzi che devono essere poi incavati sulla parte liscia di una grattugia. Un tempo si usava un cestino di vimini a questo scopo.
Friggere nell'olio bollente e, quando sono ben dorati, scolare bene su carta assorbente eliminando l'olio in eccesso. Far raffreddare e passare nel miele (deve essere molto caldo) o nel vino cotto.
MIMMA
Grazie Mimma ! Ricambiamo ,noi tutti del blog, con un caloroso augurio di Buon Natale a te e famiglia. Ringraziandoti anche per questa semplice ma saporita ricetta che le massaie Tarantine preparano in questi giorni. Girano due leggende, su questi dolci, che sicuramente conoscerai, ma le riporto per gli amici lettori.
La prima racconta che la mamma di una famiglia molto povera, un giorno, avvicinandosi il periodo delle feste, per accontentare i suoi bambini, preparò un dolce con i pochi ingredienti che aveva a disposizione. Dapprima impastò la farina con l’acqua, un po’ di olio e dell’aroma di arancia e poi, una volta tagliato l’impasto a pezzi molto piccoli, li mise a friggere. Prese poi le piccole palline fritte e le immerse nel miele, riponendo il dolce completato nella credenza. I bambini, incuriositi e golosi, lo assaggiarono mangiando una pallina dopo l’altra finché la mamma, temendo che il marito di ritorno dal lavoro non li avrebbe mai assaggiati, li mise sotto chiave esclamando: “Chiste s’hanne a cchiudere pe le fa acchià à attanete” (Questi si devono chiudere per farli mangiare a vostro padre).
Un’altra versione di questa storia attribuisce il significato del nome al fatto che la mamma, per calmare i bambini, disse loro che quei dolci, che erano ancora un po’ aperti, potevano essere mangiati solo a Natale perché… s’hanne a cchiudere!
Da qui nascono questi semplici ma deliziosi dolcetti…uno tira l’altro.
Annamaria... a dopo
venerdì 23 dicembre 2011
VOGLIO DEDICARE UN FIORE A
E’ Natale…
e voglio offrire un fiore a…
“E’ fiorito” dice, fiorito per
vanità, ambizione, idealismo, passione,
solitudine, coraggio, pigrizia…
VIRGINIA Woolf, La Signora Dalloway
Il Linguaggio dei fiori può costituire oggetto di analisi e mezzo di comunicazione, può costituire oggetto di analisi sotto molteplici angolazioni. Il fiore riunisce significati simbolici che hanno avuto origine in epoche, aree culturali e fasce sociali diverse, è soprattutto uno spunto: filo conduttore di un percorso attraverso la storia del rapporto uomo-fiore, motivo guida per addentrarci, per gli ultimi momenti dell’anno, nell’universo immaginario e simbolico che l’uomo ha saputo creare nei secoli intorno al fiore, attribuendo significati particolari…anche d’amore.
Ad una donna che per viltà di cuore non ebbe il coraggio di amare…!
offro un ANEMONE abbandono / leggerezza
L’anemone è un fiore fragile. I suoi petali se ne vanno portati via dal primo soffio di vento e dal vento (in greco ànemos) deriva il suo nome. E’ diventato perciò simbolo dell’effimero e, nel linguaggio dei fiori, dell’abbandono e della precarietà di un amore fugace.
Nella favola mitologica l’anemone nasce per volontà di Venere dal sangue di Adone. Il suo amato, ferito a morte da un cinghiale mentre è a caccia. “…il sangue sarà mutato in un fiore” sono le parole della dea, accorsa ai gemiti di Adone morente. “E un’ora intera non era passata” quando spuntò il fiore. “E’ un fiore tuttavia che dura poco. Fissato male, e fragile per troppa leggerezza, deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali”.
A una donna che non sapeva amare per labilità di mente e niente cuore!
offro un AGNOCASTO freddezza
Arbusto delle regioni mediterranee dai fiori viola chiaro riuniti a formare profumate spighe, è conosciuto anche sotto il nome di “falso pepe” per le sue aromatiche bacche nere, note per le proprietà calmanti. Negli antichi erbari è menzionato per le sue virtù anafrodisiache:
“Questo arboscello è dai Greci chiamato casto, perché le donne, che nei sacrifici di Cerere osservavano castità, distendevano le foglie sue sotto i loro letti; “fa gli uomini casti non solo pigliandolo, ma anche giacendovi sopra; certi uomini si facevano il letto di agnocasto per frenare la loro lussuria. E’ stato perciò chiamato anche “il pepe dei monaci” o “erba dei frati”, e, secondo quanto narrano cronache antiche, lo si incontrava spesso vicino ai conventi, piantato davanti alla porta a custodia e protezione della virtù delle monache e dei monaci, che dovevano resistere ai richiami dell’erotismo.
Questo arbusto è perciò offerto
a quella donna.
Alle donne sovrastate dal Destino mentre amavano!
offro una ROSA CANINA amore, piacere e sofferenza
Da secoli nella cultura occidentale la rosa è il simbolo dell’ amore e, in quanto tale, il fiore viene offerto in dono dall’innamorato alla donna che sta corteggiando
Il ventaglio di significati che assume, nel linguaggio dei fiori, si riconduce al simbolismo tradizionalmente attribuito ai colori:
il rosso della passione e il bianco della purezza, con varianti di significato a seconda che il fiore sia offerto ancora in boccio o in piena fioritura.
Il giallo, come per la maggior parte dei fiori, allude a situazioni conflittuali (gelosia) o indebolisce il significato primario del fiore (l’amore che si attenua, che svanisce).
Attributo di Venere e delle sue ancelle, le tre Grazie, la Rosa viene descritta come “la gioia degli dei”, “la veste di Venere” e il cuscino di “Cupido” nella letteratura greca e latina.
“…promisi delle rose che non potei offrire
e un pungiglione mi trafisse il cuore
mentre il rimorso ancora mi addolora
offro, anziché una, due rose ora per allora”
Alla donna che ama e sa farsi amare!
offro una ROSA ROSSA e un CAPRIFOGLIO
Della Rosa ho già detto perché simboleggia l’amore e la passione. Tocca al Caprifoglio che simboleggia “dolcezza d’indole” accoppiata a un “laccio d’amore”.
Pianta spontanea dei nostri boschi, il Caprifoglio è un rampicante con lunghi rami che si inerpicano ovunque, attorcigliando le loro flessibili volute intorno ai tronchi degli alberi e sugli arbusti. Per il suo portamento è conosciuto con il nome di "abbracciabosco” in alcune regioni italiane. I fiori, bianco-crema con sfumature rosate (ma anche rossi, gialli o rosa corallo in alcune specie), emanano un gradevole profumo, particolarmente dolce, come suggerisce anche il nome inglese del fiore honeysuckle, “succhia miele”.
“…l’offerta della Rosa e del Caprifoglio
si compie nel liturgico silenzio
di Eros cerimoniere
Auguro con il cuore, come si conviene, un Felice Natale a tutte le Ciucciottine “veraci” e ai vostri Familiari.
Fine
Enzo
giovedì 22 dicembre 2011
Come scrivere una storia -2
Penso che per quest'anno, quella che andremo a leggere ,sarà l'ultima lezione dell'amico poeta-narratore e ...prof, Enzo. Seguiamo il ritmo delle scuole ,quindi, chiudiamo le lezioni per riprenderle dopo la befana! Evviva!...
scrittura creativa
TIPOLOGIE FISICHE E COMPORTAMENTALI
ORECCHIE:
ben proporzionate, ben orlate
grosse
grosse e pallide
grosse e scure
piccole
piccole, ben delineate
PALPEBRE:
massicce
pesanti e grosse
rettilinee
semichiuse
PELLE:
adiposa
adiposa e umidiccia
arrossata, molto colorita
bianca, lattea e con “couperose”
biancastra
chiara
chiara, flaccida e adiposa
colorito molto variabile
elastica, soda, tiepida
flaccida e umidiccia
gialla smorta, secca, o molto molle, spesso accompagnata da occhi con sclerotica torbida
giallo chiaro, molle e umida
lattea, liscia, umidiccia, carnosa ma rigida, spesso con guance in fiamme
opaca e scura
pallida
pallidissima, livida o verdastra
piena, gonfia, grigiastra
rosea, umida, senza resistenza, facile alla sudorazione, con odore acidulo
scura, fredda, secca
secca, rugosa, segnata da pieghe profonde, spesso terrea o scura
terrea, livida, sempre calda
violacea, secca e gonfia
POMO D’ADAMO:
prominente
PORTAMENTO:
agile
disinvolto
naturale
naturale e aristocratico
RUGHE:
accentuate
SCHIENA:
arcuata
diritta
SOPRACCIGLIA:
aggrottate
arcuate
chiare e folte
da peli irsuti e ruvidi
dai peli morbidi, netti e ben distinti
diritte
fini, evanescenti
folte
folte e cespugliose, si congiungono sopra al naso
ispide
leggermente arcuate
molto al di sopra degli occhi
piuttosto basse e poco folte
piuttosto folte
poco folte
scure e folte
spesse e vibranti
SPALLE:
larghe
quadrate
ENZO
AUGURI NATALINA!!!
Scusami, scusami...TANTI CARI AUGURI PER IL TUO COMPLEANNO CARA NATALINA, "son vecia e me go dismenticààà, perdoname..." anche se in ritardo siamo ancora nel tuo giorno importante . mi faccio perdonare donandoti questo mazzo di fiori, virtuale, che presto diventerà reale! accompagnato da un caloroso abbraccio. Ti vogliamo bene !!!!!!!
GLI AMICI DEL BLOG
mercoledì 21 dicembre 2011
NATALE IN SICILIA
E dopo in Natale in Puglia, eccovi qualche informazione del Natale in Sicilia dove, come d'altra parte in tutto il resto del mondo, la magica festa natalizia
viene celebrata sotto tutti i punti di vista. Tradizioni antiche e nuove, religiose, folcloristiche e gastronomiche si fondono insieme per rendere questo periodo dell'anno, unico nei festeggiamenti della nascita di Cristo. Sono molte le ricette delle pietanze proposte in questo periodo, la tavola si imbandisce di piatti unici, tali per la grande varietà di ingredienti contenuti in essi. Tra questi l'impanata,
variante del pastizzu, tipico piatto siciliano della provincia di Caltanissetta, dovuto alla passata dominazione spagnola, o lo sfincione, un particolare pane consumato a Bagheria in provincia di Palermo. Tra i primi piatti abbiamo il pasticcio di Natale della città di Noto, o il timballo di riso, piatto natalizio della Sicilia orientale.
La pasticceria è un trionfo di dolci a base di pistacchio, mandorla, miele, cannella e zucchero, ed ancora cioccolata, vaniglia e ricotta...
la cassata che richiede ingredienti come il pan di spagna, la crema dei cannoli e la glassa di zucchero. Altri dolci siciliani natalizi sono il buccellato, il torrone come la cedrata, ottenuto cucinando scorze tritate di cedri ed arance insieme a miele, cannella e vaniglia, i mostaccioli o mustazzola, l'aranciata, antichissimo dolce natalizio della Contea di Modica, che può essere preparato utilizzando scorze d'arancia, cedri, limoni, mandarini e mandaranci e poi ancora i dolcetti con fichi, anticamente offerti alla fine delle novene natalizie.
A simboleggiare l'arrivo delle feste vi è anche il fiorire di Presepi, di diverse fogge, tipi e materiali come il legno, l'oro, l'argento, l'avorio ed il corallo che troviamo in molte località.
Antica tradizione risalente al XVI secolo, questi ultimi sono la rappresentazione iconografica per eccellenza del Natale. Interi paesi si trasformano in presepi dal vivo, dove gli abitanti tra il suono delle zampogne ed i canti delle Novene, spesso commissionate da committenti privati ed eseguite all'interno delle loro abitazioni in prossimità del presepe, si vestono di antichi abiti ed inscenano antichi mestieri.
Il più antico di questi è quello di Custonaci, in provincia di Trapani, all'interno della grotta di Mangiapane. A Longi, in provincia di Messina, i presepi sono accompagnati da canti dialettali natalizi o da suoni di strumenti antichi come la zampogna "a chiave" utilizzata a Monreale (in provincia di Palermo), o quella "a paio" suonata a Licata (in provincia di Agrigento). L'antica arte di questi suonatori viene tramandata con la manifestazione "La Zampogna d'Oro", che si svolge ad Erice (in provincia di Trapani), evento che coinvolge zampognari che giungono da tutta Italia.
Ancora, a Caltagirone troviamo presepi realizzati prima di creta, poi di ceramica, talmente belli da fare di questa arte popolare, nel corso dei secoli, un'attività artigianale. Anticamente i Santari ed i Pasturari modellavano e coloravano le figure della Natività, realizzavano i "Bambinelli", sfruttando la duttilissima cera e le Scaffarate, cioè la rappresentazione della Natività, posta su una bacheca a vetri, esposta durante tutto il periodo natalizio e conservata gelosamente durante il resto dell'anno. Pregiati anche quelli che a Noto che si trovano nella cripta dei Cappuccini e sulla scala di Santa Maria del Monte, quello di Ispica (in provincia di Ragusa), risalente al XVIII secolo e visibile nella Chiesa della Santissima Annunziata; altri esempi di presepe siciliano si trovano nella cittadina barocca di Scicli, (in provincia di Ragusa) dove nella Chiesa di San Bartolomeo, ne abbiamo uno dei più antichi ma fortemente danneggiato da un terremoto, o in provincia di Trapani dove sono realizzati soprattutto di finissimo corallo. A Catania esiste un presepe i cui personaggi sono realizzati con una "pastiglia" particolare e rivestiti di pittura resinosa. E' quello d'origine settecentesca di proprietà del barone Scammacca. Altro esempio suggestivo della Natività è rappresentato dal presepe settecentesco, presente ad Acireale (in provincia di Catania) costituito da una trentina di personaggi di grandezza naturale che si trova dentro una grotta lavica.
Le feste si chiudono con la celebrazione dell'Epifania, il 6 gennaio, durante la quale in alcuni paesi della Sicilia come Piana degli Albanesi, Mezzojuso, Contessa Entellina e Palazzo Adriano, ricordano il battesimo di Gesù , tradizione tramandata dalle antiche comunità albanesi. In chiesa o in piazza viene posta una vasca ricolma d'acqua, durante la funzione, il celebrante immerge per tre volte una croce in queste vasche e la terza volta la colomba, che nella tradizione religiosa rappresenta lo Spirito Santo, viene liberata e può effettuare il volo.
A Bordonaro, poco distante da Messina, in questo giorno nella piazza principale della città è allestito il pagghiaru, un abete natalizio formato da una pertica di nove metri circa, rivestita di verghe, fogliame ed agrumi, ciambelle e cotone, sulla cui cima vi è una croce alta due metri, anch'essa addobbata con frutta, nastri, ciambelle e forme di pane. A Mussomeli, infine, per la gioia dei bambini, tre abitanti del luogo mimano l'arrivo dei Re Magi a cavallo.
Annamaria... a dopo