venerdì 5 febbraio 2010

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                                  Honoré de Balzac
Se tutto deve avere uno scopo, vi sono certamente quaggiù alcune esistenze di cui il fine e l'utilità rimangono inesplicabili. 

TALAMO - scritto da CIPRIANO -

Forte dell'arroganza del vento 
 
amaro come amara è la solitudine 

 
quando è interrotta


dal volgare umano vociare 

 
sei tu 

 
figlio d'un cinereo talamo


tu


traditore 

 
tradito da se stesso 

 
tu 

 
amante dell'amore 

 
ma non dell'amata 

 
tu 

 
che non gioisci della mia essenza 

 
tuttavia 

 
non sai farne senza 


CIPRIANO

RIFLESSIONE SULLE CHAT...

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Oggi  un pò incavolata lo sono,
ma non perchè mi ci sia svegliata..
..ma proprio perchè  portatrice di cervello sano..
mi viene da pensare..
Sappiamo che entrare in comunity è semplice...molto semplice.
..si ci registra e uno apre fino a 7 nick...si dice...
..ma se si fa altra registrazione ne ho altri sette....e altri sette ecc ecc.
....nulla da eccepire se non che.....ma che senso ha avere tutti questi nick...
..e soprattutto come si f a gestirli tutti?  a  me già il blog
mi impegna e non poco !
  si  ..lo so ...sono fatti miei se il blog
mi impegna e se non mi sta bene posso anche chiuderlo..
La domanda è che chi apre tutti questi profili che scopi ha..?..
se io sono carina simpatica  e sincera....che senso ha
scivrere in un'altro nick bella per pochi ,sicura e un pò stronza....?
Colpa di chi all'interno della chat non fa rispettare le regole ??
Perchè se un'amico mi dice che è stato perseguitato da una per due anni..
..qualcosa non va,se una persona disincantata e bella dentro mi scrive
sono diventato cinico....un motivo ci sarà.....
Chiedo, che problema c'è a permettere che ognuno abbia un solo nick
 e blog e  verificare che chi si registra corrisponde a tizio caio e sempronio...?
Perchè, sul fatto che qua stiamo in rete, non significa mica che io sono libera
di rompere...e( i dati personali non
sono resi pubblici.)... è un problema solo di chi deve nascondere qualcosa..


 l'aria che si respira nelle chat per certi versi è sempre più irrespirabile.....
Non demonizzo il virtuale....ma solo chi usa questo posto per scaricare
le proprie frustazione su chi non c'entra nulla...

Esperienze di chatters
Due anni di chat, conoscenze, confidenze, affetti...tutto questo e il contrario di questo, presi dal web


 INCOMPRENSIONI IN CHAT
Capita talvolta, in virtù sia degli aspetti caratteriali che delle contingenze familiari dei chatters, di avere delle incomprensioni. Da questo possono nascere malumori,litigi e perfino rotture di affetti e amicizie. Ricordatevi che io parlo sempre di persone adulte ,che lavorano, con famiglie più o meno serene. Se  ci si dà appuntamento improvviso in chat (uno dei 2 deve avere cellulare sempre acceso, l'altro può mandare sms tramite web) poichè non è stato possibile telefonarsi ( il telefono grazie al tono della voce è più esplicito, non consente fraintendimenti), devi barcamenarti fra i saluti , le spiegazioni e prima che la frase ritorni in video ne sono nate altre che ingarbugliano la comunicazione. Ecco che nasce un tipo di incomprensione.


ORGANIZZAZIONE PER CHATTARE
Se si chatta con frequenza, uno dei problemi è ricordarsi le caratteristiche dei diverse nick. Come fare per non chiamarla  Anna e non Maria, chiedere dei figli se magari è single, parlarle dell'Etna ed invece è il Vesuvio? Mi limito a semplificare!!!!Eh eh!!!  E così mi sono organizzato con un foglio EXCEL, catalogando per nick (alcune ne hanno anche 10 e oltre) nome, città, età, sesso (90% donne per me), email, telefoni (per chi è già in confidenza) e note particolari (sposata, figli, lavoro,nomi , hobby e tutto ciò che caratterizza una persona). Quando entravo in chat ero già pronto con il file aperto pronto a far scorrere sul nome per rinfrescarmi la memoria.

LA GELOSIA IN CHAT
Si presenta in maniera pesante sia in caso di sole conoscenze, sia nel caso( soprattutto) di affetti fra chatters.  Se l'amore di chat si sviluppa fra persone sposate, accade che non si sia gelosi del partner , ma degli altri personaggi della chat. Eppure sai benissimo che col partner lei/lui ci fa lamore, ci dorme, ci mangia, ci vive!  La gelosia nasce nei confronti degli altri  chatters e a me è capitato di assistere avere piazzate nella chat verso chi veniva considerata una pericolosa avversaria , nelle attenzioni e nella considerazione. Se ci fosse stato l'audio avrei sentito le urla!!! Altro modo di dimostrare gelosia è allontanarsi stizziti ( per poi pentirsi e ritornare dicendo..."scusa sono caduta!!") , andare in altra stanza con altro nick, chiudersi in pvt.


SESSO E CHAT
A volte nelle chat, capita di leggere dei forum o assistere a dialoghi sul " sesso in chat". E' una parola senza senso. La chat è il tramite per amicizie, eventualmente affetti ed eventualmente incontri. Ecco che allora può esserci il sesso, ma non è automatico ovviamente. Tante persone usano la chat per scambiarsi libertà verbali ( sarebbe meglio dire scritte)su argomenti che nella vita reale non affronterebbero con tanta disinvoltura. Tralascio tutto ciò che è sopra le righe , maleducazioni, volgarità espresse  da certe categorie di chatters. Se si ha feeling con l'interlocutrice ( non dimenticatevi che sono attirato dal dialogo con donne) si può fare una narrazione a  4 mani, dove ognuno dei due inserisce tutte le fantasie di libertà, di erotismo, di sensualità, tentando di incastrarle con le espressioni dell'altro.

LE DONNE E LA CHAT
In tante donne conosciute in chat, ho riscontrato una caratteristica comune e cioè la lamentela verso i rispettivi compagni di venir trascurate, capite, apprezzate sino ad arrivare a quelle addirittura maltrattate!! In tutte  (o quasi) una voglia di affetto e di sentirsi dire dolci parole. Come desiderare di essere prese per mano per essere trasportate in un mondo diverso dal solito loro. Per lo meno in quelle ore trascorse a dialogare attraverso il monitor. Il monitor, la barriera fisica, stimola alla confidenza e si arriva a confidare fatti  e segreti che mai sin sono confidati ad amici della vita reale. C'è da considerare poi che il virtuale si trasforma presto in reale. Questo accade dopo che si crea feeling e nasce la voglia di sentire la voce, a conferma delle tante scritte apparse sul video. E quando si crea fiducia e ci si scambia i numeri telefonici ecco la magia... Il tono, l'impostazione, il calore della voce che dà conferme o smentite di quello che  si era immaginato. E qui abbiamo aggiunto un senso vero che è l'udito. La voce che trasmette emozioni, desideri, voglia di contatto.
VOGLIA DI COMUNICARE
Le prime volte che entrai in chat ero spaesato. I miei interventi erano con tono scherzoso. Dopo un pò mi accorsi che c'erano diversi modi di digitare e di esprimersi. Era come una piazza di paese, , dove esisteva  il bullo, il saccente, l'aggressivo, la bella e tante altre tipologie di persone. Notai anche che l'essere nuovo attirava l'attenzione, anche delle donne. Io avevo preparato delle frasi ad effetto e le lanciavo nelle stanze durante dialoghi. Mi accorsi così che la mia voglia di comunicare era anche di tante altre persone, sopratutto donne per quel che mi riguardava e ciò mi affascinava. Nella chat conta molto l'intuito per indovinare e costruire il personaggio con il quale interagisci. Lo crei tu con la tua immaginazione e non sempre si indovina.
INIZIO A CHATTARE
Il mio inizio di chatters è intorno alla fine di aprile 2001 . Avevo provato ad entrare in una chat qualche tempo prima dall'ufficio, , e il mio intervento era stato di disturbo nei confronti dei presenti. A marzo era morto il mio primo cane, Asterix, uno schnauzer nano nero. Ero rimasto veramente dispiaciuto e ogni volta che rientravo a casa mi venivano le lacrime agli occhi, non trovando lui a farmi le feste. era vissuto 11 anni e gli ultimi tre mesi erano stati di sofferenza e di cure. Alla fine lo facemmo sopprimere poichè non c'era nessuna cura per farlo riprendere e lui soffriva. Mi ricordo che tenni la mano sul suo cuore mentre la veterinaria le iniettava la fiala e sentii il suo battito pian piano diminuire e cessare del tutto. Una tristezza enorme. Un dispiacere che non avevo ancora vissuto.
                



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 Concludo (per oggi) con una storia  presa dal web ..
Amore in chat 
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Questa storia ha radici profonde nella mia vita: non ero mai stato con una ragazza, e me ne facevo un problema.
L'estate prima avevo fatto una vacanza sconvolgente (allegra all'n-esima potenza) con altri 4 amici. E durante l'inverno avevo mantenuto questa sensazione di tutto può accadere e di curiosità verso il mondo che mi circondava.
Ero anche all'inizio delle mie prime esperienze di chat. Di solito sul lavoro la mattina presto entravo scambiavo 4 chiacchiere con chi era presente e poi tornavo al lavoro. Quando uscivo dalla chat era solita entrare una persona che come nickname non mi attirava/incuriosiva. Ma lei era incuriosita da me e dopo un po' di insistenza iniziarono i primi scambi di discorsi, di e-mail ed infine anche il numero di telefono.
Iniziammo così a sentirci sempre di più, lei di roma, con una storia triste finita da poco (e non parlo di fidanzati ma rimango sul vago per rispetto) e con tanta voglia di vivere. Inoltre lavorava e studiava e questo per me è un gran merito. Insomma, la sua voce al telefono, una voce dolcissima dietro la quale sentivo una persona di grande intelligenza e sensibilità ... mi ha conquistato oppure volevo che mi conquistasse.
Io ancora non capivo cosa fossi per lei. Venne l'estate, decisi di incontrarla. Presi la mia macchina e per la prima volta in vita mia feci da solo un "lungo viaggio", da Genova a Roma. La mattinata era calda e in realtà non sapevo nemmeno che faccia avesse lei tranne una sua frase che mi rimarrà scolpita nella memoria: "tu pensa a me come ad una cozza e non andrai tanto lontano". Mi dissi che l'aspetto in una persona è ben poca cosa rispetto a ciò che uno dentro possiede.
Lei venne, il primo pomeriggio era torrido, scese dalla macchina, mi si avvicinò, la vidi: non era bella, aspettai che parlasse e sentii nella sua voce tutto quello che avevo sentito per mesi al telefono: era lei! Quel pomeriggio facemmo un giro sui colli romani, alla fine mi portò al tuscolo e verso sera, dopo un mare di parole ... ci baciammo: era il mio primo bacio! Tutto stava succedendo molto in fretta, troppo ma non mi opposi. Dentro di me dissi che lei era una persona fantastica e cercai nel mio interno l'amore ma non sapendo cosa fosse decisi di attendere e ... capire.
Quella sera mi fece dormire a casa sua anche se dormimmo poco e non per quello che state pensando voi. Non volevo bruciare tutto subito ... era già accaduto tutto troppo velocemente. Da li ad una settimana ci reincontrammo, questa volta in un albergo a metà strada. Con noi c'erano altre persone di chat ma alla fine rimanemmo da soli. E' incredibile, anche se non avevo detto nulla, anche se non lo avevo deciso ormai stavamo insieme. Era come un sogno. Pensavo sempre a lei, cercavo lei, anche se devo ammettere che lo stare lontano non era un peso particolare. Probabilmente non ero innamorato ma ancora non lo sapevo oppure non volevo saperlo.
Io invece per lei stavo praticamente diventando "il mondo". Razionalmente decidemmo di vederci ogni circa due settimane. Di più non potevo fare. Continuavamo a sentirci tra telefonate, chat ed incontri reali. Le mie sensazioni però erano alterne, certe volte scoppiavo di lei, sentivo un impulso forte ad abbracciarla e stringerla, a volerle bene, ad ammirarla ... altre volte invece come una sensazione di vuoto, un piccolo vuoto mi prendeva. Mi dicevo: è la distanza.
Intanto il tempo passava, la nostra storia si stabilizzava nel vortice della programmazione: il treno, i viaggi in altre città dalle sue amiche, i viaggi da soli per scoprirci un po' più vicini, venezia, torino, roma, genova ... ormai l'italia era il nostro campo d'incontro. Vennero le vacanze insieme ed era già passato un anno ed io iniziavo a sentire un po' di pesantezza nel nostro rapporto, una gabbia che lentamente mi si chiudeva intorno. Facevamo progetti insieme e lei comunque mi lasciava libero di decidere di me però mi sentivo lo stesso costretto come dita dei piedi.
Iniziarono i primi litigi e le prime lacrime. Io mi domandavo su cosa ci fosse dentro di me, sui miei reali sentimenti e sentivo che qualcosa era sbagliato ma lei era troppo dolce e tenera ed affettuosa e sensibile ... ed io mi sentivo male a farle un torto, a dirle che probabilmente non l'amavo e che era solo un desiderio di amore! Speravo che prima o poi anche lei si stancasse di me. Ogni tanto ci facevamo del male ed ogni tanto facevamo la pace ma era sempre più difficile andare avanti.
Con i mesi sentivo pesarmi sempre di più la situazione e non avevo il coraggio di dirle tutta la verità, la mia verità. Lei mi amava alla follia! Venne un'altra vacanza insieme, una splendida vacanza ma ormai io sentivo che qualcosa bisognava fare per finire, le stavo facendo più male con questo stillicidio giornaliero che a dirle la verità, ma ero ancora vigliacco.
Alla fine, una frase, un discorso accennato di sua madre (che ormai mi conosceva bene essendo più volte andato a casa sua) fece scattare la molla. Decisi che alla fine della nostra vacanza le avrei detto tutto, non volevo rovinarle quegli ultimi momenti insieme! E così fu, la solita stupida frase: "voglio prendermi un momento di riflessione" ... pianse ed io con lei. Passammo la nostra ultima notte insieme (ormai abitava in casa da sola). Ed il mattino dopo il silenzio e lo sgomento tra di noi. Pochi gesti pesanti e faticosi. Uscii da casa sua con l'intenzione di tornare prima o poi per chiarire tutto ma non andò così.
Fuori casa mi sentivo perso, sentivo di aver fatto ancora una volta del male ma razionalmente mi dicevo che era la sola cosa giusta che potevo fare. Faceva male ... molto e lei di sicuro soffriva molto di più. Una settimana dopo ... qualche telefonata imbarazzata ci aveva tenuto compagnia fino ad allora ma nell'ultima lei era esausta dal mio temporeggiare. Le scrissi una mail (per scritto riesco a scavare meglio dentro di me e tirare fuori le mie sensazioni meglio di come non riesca a fare di persona), le dissi cosa mi agitava dentro, come vedevo la nostra storia passata e futura e le dissi che avrei voluto discuterne con lei ma ... la ferii mortalmente con una frase, una parola: "abitudine" e non mi volle mai più vedere.
Era finita. Dolore dentro di me e dentro di lei cento volte tanto! Spero solo che lei abbia imparato tanto da me quanto io da lei e da tutta questa storia, di certo, anche se con dolore, abbiamo imparato a conoscere meglio noi stessi ed il mondo che ci circonda. Mi auguro solo che questa esperienza non l'abbia addolorata al punto da rinchiudersi come tartaruga nel guscio, e spero che la sua intelligenza abbia avuto il sopravvento.
Da allora mi dissi che era meglio non sentirsi, era meglio far passare il dolore e costruirci sopra qualcosa per soffocarlo, come fondamenta solide del futuro. E' passato del tempo, forse adesso potrei sentirla, di certo non mi ha perdonato ma ... sono ancora vigliacco e non la chiamo. Dovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo, mi auguro che la tua vita abbia un sole che la illumini e la riscaldi come in quel giorno in pieno agosto quando ci incontrammo.
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però prestiamo  molta attenzione quando invece sono le ragazzine che  si rifugiano nelle chat..come vediamo in questo video-servizio delle "iene"




ANNAMARIA...a dopo


..

FESTIVAL DI SANREMO : IL CASO MORGAN, segnalato da Caterina

Ciao Anna Maria 
su questa vicenda anch’io la penso come te su sul giudizio di bersani
La solidarietà verso il prossimo, e verso Morgan, la droga fa schifo e chi si droga va aiutato e compreso non certo demonizzato e posto alla berlina per una sua debolezza,ma se si ritiene giusto non far partecipare ad una trasmissione pubblica "uno che si droga" allora che si facciano i test a tutti perchè credo che sarebbero in tanti a sparire dal video! Prima di tutto papi.
Ti ho vista in TV mi sono piaciute le parole che hai detto grazie per quello fai per chi ha bisogno!!!
Un bacio  
 Caterina

 http://www.classifichemusica.com/wp-content/uploads/morgan-porta-a-porta.jpg
Un Sanremo? Chi se ne frega Pdl e Pd divisi sulla riammissione

Il cantautore: ci tenevo tanto, rispetto le decisioni della Rai
Gasparri: no marcia indietro. Bersani: merita una possibilità

«Non ci voglio più andare a Sanremo. Ci tenevo tanto,                    
 al Festival, la canzone mi piaceva molto, ma a questo punto chi se ne frega di Sanremo». Così Morgan, parlando con don Mazzi nella puntata di Porta a porta a lui dedicata, intitolata A un passo dal baratro, andata in onda ieri sera  su Raiuno. L'espulsione del cantautore da Festival dopo le dichiarazioni al mensile Max sull'uso della droga come antidepressivo ha creato un vero e proprio caso che vede divisa anche la politica. Per Gasparri la Rai non deve fare marcia indietro sulla decisione presa. Per Bersani Morgan ha sbagliato ma merita un'altra possibilità.

Invitato da don Mazzi a dire «che di Sanremo non te ne frega niente e non ci vai», Morgan ha spiegato: «Sto alle decisioni che ha preso la Rai». Poi, rivolgendosi a don Mazzi, ha precisato: «Lui mi fa agire in modo impulsivo. Don Mazzi, ragioniamoci sopra. Non sono qui per Sanremo. Mi interessa molto di più questo dibattito sull'uso delle droghe, di fronte al quale l'argomento Sanremo cade».

«Ho ben presenti i valori della vita, ne sono ben conscio - dice Morgan - Ho letto sui giornali di coca party. Io non ho mai partecipato a un coca party, mi fa schifo».

Intervista shock per chiedere aiuto. «Ho chiesto aiuto, probabile l'abbia fatto anche nell'intervista a Max - ha aggiunto Morgan - è nobile chiedere aiuto. A due ragazzi di X Factor un giorno ho detto piangendo: "Scusate se non riesco a seguirvi ma sto male"».

«Sono stato frainteso». «C'è stato un fraintendimento, una mescolanza di cose messe insieme in un certo modo - dice riferendosi all'intervista a Max - Non dico di non aver detto quelle cose ma è stato frainteso lo spirito. Mi assumo la responsabilità di questo fraintendimento grossissimo ma ci dovrebbe essere anche un po' di coscienza di chi le ha scritte». «Io sono - ha continuato - una persona onesta e pulita nell'anima. Non ho problemi a dichiarare la mia debolezza perché so vincere, so combattere e stare al mondo».

«Non sono un mostro che fa l'apologia della droga - ha detto Morgan - Io vorrei essere il contrario di quello che in questi giorni rappresento». «Non voglio che mia figlia subisca la presenza di un padre depresso che le trasmette tristezza. Qualche anno fa ho avuto l'affidamento congiunto che ho ancora. Mia figlia stava con me ma poi sono caduto in disperazione e con immenso dolore ho preferito stesse con la mamma che viveva un momento migliore. Mi accorgo che è negativo lo stato in cui sono». «Mi piacerebbe un mondo - ha continuato Morgan - dove i genitori sono liberi dei problemi legati alla droga e si sanno curare».

«Ormai la vicenda non riguarda più gli aspetti artistici» ha detto il direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi, intervenendo telefonicamente a Porta a Porta.

Ospite della puntata anche Pupo il quale chiede che Morgan venga riammesso. «Io e Morgan non ci conosciamo per niente - ha sottolineato Pupo - e questo da più valore a quello che sto per dire. Non possiamo togliere a un ragazzo in cerca di nuovi equilibri la musica. Deve essere a Sanremo e attraverso la musica correggere gli errori che ha fatto. La comunicazione di uno che ammette di aver sbagliato è più forte».

«La Rai abbia il coraggio di mantenere la posizione assunta - ha detto Gasparri - Altre ipotesi diventerebbero una sorta di spot in favore della droga inaccettabile ed intollerabile». Chi ha mandato messaggi così errati sulla droga - ha continuato Gasparri - non può essere riammesso al Festival trasformando questa vicenda in un super spot pubblicitario per la rassegna musicale. Ben vengano invece eventuali dichiarazioni di Morgan contro la droga, che saranno accolte positivamente. La decisione coraggiosamente presa dai vertici Rai e dagli organizzatori di Sanremo deve essere comunque confermata senza alcuna esitazione. Una marcia indietro alimenterebbe equivoci».

Bersani: ha sbagliato, ma merita una possibilità. «Certamente Morgan ha dato un cattivo insegnamento, ha sbagliato ma non possiamo massacrarlo - ha commentato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - Dobbiamo dargli una possibilità come tutti quelli che hanno sbagliato e ai quali va data un'altra occasione».

Secondo il direttore generale della Rai Mauro Masi in questi giorni la Rai «è al centro di un'attenzione mediatica francamente eccessiva e un po' superficiale».

«Test antidroga a tutti gli ospiti della trasmissioni Rai». Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai chiede formalmente al Direttore Generale della Rai di sottoporre d'ora in poi ogni eventuale ospite di ogni trasmissione Rai a severi test antidroga, e ove mai essi risultassero positivi, «stante la vicenda della vergognosa (ed incredibile) esclusione da Sanremo del cantautore Morgan».

Meloni: no all'apologia della droga. «Non possiamo chiudere un occhio di fronte all'apologia dell'uso di droghe che troppo spesso viene fatta nel mondo dello spettacolo» ha commentato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni nel corso della trasmissione tv Mattino 5. Quando Morgan «dovesse rendersi di nuovo credibile dopo un percorso di recupero, noi dobbiamo fargli fare non uno ma 100 Festival».

Muccioli: molta ipocrisia. «C'è un'enorme ipocrisia in questa vicenda, come se il problema fosse solo quello dell'esclusione di Morgan da Sanremo. Milioni di persone lo hanno visto tante volte andare sul palcoscenico strafatto». Questo il commento di Andrea Muccioli, figlio del fondatore della Comunità di San Patrignano, nel corso della trasmissione tv Mattino 5. Dopo aver premesso che «la droga è una fuga dalla realtà, una scorciatoia» e che è «sbagliato prendere scorciatoie nella vita», Muccioli ha però aggiunto che bisogna affrontare la realtà di oggi: «Facciamo allora l'antidoping a tutti i personaggi del mondo dello spettacolo, a tutti i protagonisti di Sanremo». «Dietro l'outing di Morgan - ha detto ancora - c'è chiaramente il delirio di onnipotenza del cocainomane. Gli auguro di trarre da questa vicenda la forza di crescere e di affrontare le sue paure».

Lucio Dalla: non doveva esporsi. «Non capisco la ragione per cui Morgan se ne sia uscito in questo modo, con queste dichiarazioni - commenta Lucio Dalla, ospite negli studi dell'emittente romana Radio Città Futura - Io non sono affatto moralista ma credo che non ci sia bisogno di fare esposizione di quello che si sta facendo a meno che uno non abbia un piano giusto per dire: guardate non fatelo perché fa male». «Se invece per lui - aggiunge il cantautore - la dipendenza per lui non è un problema e lo diverte, allora continui a farlo tranquillamente, ma non deve dirlo. Mi sembra sia un fenomeno piccolo ed è sbagliato che diventi un caso, non trovo giusto che adesso se ne discuta per una settimana. È un problema suo, strettamente personale e come tale lo deve vivere lui, non deve essere diffuso e - conclude - non deve diventare il pretesto per dare ad ognuno la possibilità di dire la propria».

Anche Gianluca Grignani critica Morgan anche se parla di «attacchi assurdi» nei suoi confronti. Grignani ospite di Maria Latella oggi alle 22:55 su Lei (Sky canale 125), che anni fa ha ammesso di aver avuto problemi di droga dice che «quello che ha detto Morgan è sbagliato. La droga cancella la tua identità. Un artista dovrebbe dire agli altri che non porta a nulla. Ma lo stanno attaccando in maniera assurda, è troppo debole rispetto a tanta informazione e a tante parole nei suoi confronti». «C'è troppa ipocrisia nel dire a Morgan di non andare a Sanremo, molte persone che hanno fatto queste dichiarazioni e che io conosco stanno facendo tuttora uso di droga».

ANNAMARIA...a dopo

PER S.VALENTINO SESSO NELLE TOILETTE IN RISTORANTE CANADESE

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  Toronto 'the good', la puritana, per una volta si smentisce. Un ristorante della metropoli canadese ha lanciato una singolare campagna pubblicitaria invitando i clienti ad avere relazioni sessuali nelle toilette nella settimana di San Valentino. L'iniziativa del Mildred's Temple Kitchen, rilanciata dal quotidiano Toronto Star si è rapidamente diffusa.
Le toilette sono aperte ai raptus di passione dal 12 al 15 febbraio, spiega il gestore Rory Gallagher, e saranno sorvegliate (con discrezione) dallo staff per assicurare che "tutto fili liscio e tutto resti pulito". Dopo tutto non è una novità, aggiunge la proprietaria Donna Dooher: "sono sempre avvenute cosette come queste nei nostri servizi, e per il weekend di San Valentino facciamo un passo in più". 
 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP0GD24umyaVxZigUO65SDz3XG04J5sOerX9fQ-ewPlGsv1qiQA4Fyez-8FtqFV5LM-ihZzncuVBajJI9METDtHu4YX0OE01VYhAHoY3SmkHt8JWVrT9BV1vnxnfNGZetx2thNHmrcRy-w/s400/peynet.jpg

Il dipartimento per la salute e la sicurezza alimentare di Toronto ha esaminato la questione, concludento che il ristorante non viola alcuna legge o normativa comunale: l'importante è che i rapporti sessuali non siano consumati nelle cucine e che nelle toilette siano adeguatamente pulite.

L'AMORE E' NELL'ARIA ....

 

L'AMORE E' NELL'ARIA ....

 

ANNAMARIA...a dopo

Studenti portano una gallina in classe e la uccidono: denunciati e sospesi

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjxx8-pNyTX8FRuLxSNF1o8jGOWWrtzCDj-pw1zj9xXNiED0ToDq7b-IF7tqZs6ogP11r6uysHacDOmMR2JESzH2iII0G6yDWjqxr3vaFNx94qEFiyYak6yceyTtaxngKhi3vDULzmQzw/s400/gallina.JPG.jpeg



TRENTO - Si è portato in classe una gallina e l'ha lasciata in fondo al borsone fino all'intervallo, quando ha deciso di liberarla. L'animale ha tentato di fuggire, ma è stato acciuffato e gettato dalla finestra. Il salto, o forse le mani di un secondo studente, hanno provocato la morte del pollo. Per i due studenti sono arrivate una denuncia e dei giorni di sospensione, quattro per il primo, due per l'altro.

A quanto sembra, l'intenzione dei due, minorenni, era di farsi belli coi compagni, che invece non hanno apprezzato, e meno che mai gli insegnanti. Intervenuti i carabinieri, è scattata l'accusa di maltrattamento di animali. L'episodio risulta accaduto a novembre in Trentino, in un istituto tecnico di Tione, ma è venuto alla luce ora, probabilmente sulla scia della vicenda di un coniglio in un'altra scuola superiore, un liceo di Borgo Valsugana. In quel caso era stato un insegnante a proporre di portare in classe un coniglio morto per spiegarne meglio l'anatomia. L'ipotesi, mai realizzata, aveva fatto gridare all'allarme qualche studente e gli animalisti, che si erano spinti anche a pensare alla volontà di praticare la vivisezione dell'animale.

giovedì 4 febbraio 2010

A GIOVENTU' PIRDUTA (con la traduzione) di T. MIGLIORE

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEFMP0-izqKEvSaR-PXIbg215zWWQSNHDQlDLJjVSAafnYr47cpXfvTlW1zBJies7L_XIKul6hyjKamJ3RcX3t99w_pOPUsu71klrsiPDze32CxTF7EUNMylw5zkBHgGXhFAO0AXqQqft8/s400/ATgAAAD6X3N1iebuzYmujL8Aiufowu4bIyP.jpg
Ti rigalai la gioventù e la vogghia di campari
Picchì vulia beni sulu a Tia e forsi n’anticchia puru a Mia.
M’arrigalasti l’infernu e la dispirazioni
Picchì vulevi beni sulu a l’eroina e forsi n’anticchia puru a Mia.
N’arrigalammu l’Amuri e ddu Angiuleddu
Picchì forsi era più bellu fari l’amuri ccù passioni e senza tantu pinsari.
Poi vinni la morti e l’angiuleddu sinn’acchianò ‘ncelu
Poi vinni lu friddu e l’amuri nì lassò suli
Poi passò lu tempo, passarunu l’anni , la fantasia e puru la gioventu.
Finalmente ti liberasti di dda eroina cà ti facia viaggiari ma t’ammazzava
Finalmente nnì liberammu di dda catina ca nnì facia amari e dispirari
E ora però si luntanu e luntanu e puru l’amuri……….
Ristò sulu lu sessu ,l’arduri e la passioni
E ogni tantu nnì ricurdamu comu na vota si facia l’amuri .
E ciancennu nnì ricurdamu ccù tanta nustalgia
Di ddu tempu cà ni putia fari tantu felici
Di ddu tempu cà inveci ammazzò la nostra gioventù e la nostra fantasia.
Ma cchì ti manca ora ?
Ma cchì mi manca ora ?
Ma cchì ci manca ora ?
L’amuri , la passioni , dd’angiluzzu e dda fantasia
Su sempri dda ……… dintra lu nostru cori
Dimmi chi ccì voli ancora ppì essiri felici ????????

TRADUZIONE

LA GIOVENTU PERDUTA
Ti regalai la gioventù e la voglia di vivere
Perché volevo bene solo a Te e forse un poco pure a Me.
Mi regalasti l’inferno e la disperazione
Perché volevi bene solo a l’eroina e forse un poco anche a Me.
Ci siamo regalati l’amore e un Angioletto
Perché forse era più bello fare l’amore con passione e senza tanto pensare.
Poi venne la morte e l’Angioletto salì in cielo.
Poi venne il freddo e l’amore ci lasciò soli.
Poi passò il tempo,passarono gli anni, la fantasia e pure la gioventu.
Finalmente ti liberasti di quella eroina che ti faceva viaggiare ma t’ammazzava.
Finalmente ci liberammo di quella catena che ci faceva amare e disperare.
Ora però sei lontano e lontano è pure l’amore …………
E rimasto solo il sesso l’ardore e la passione
E ogni tanto ci ricordiamo come una volta si faceva l’amore.
E piangendo ci ricordiamo con tanta nostalgia
Di quel tempo che ci poteva fare tanto felici
Di quel tempo che invece uccise la nostra gioventù e la nostra fantasia.
Ma che Ti manca ora ?
Ma che Mi manca ora ?
Ma che Ci manca ora ?
L’amore, la passione, quell’Angioletto e quella fantasia
Sono sempre là ……… dentro il nostro cuore
Dimmi che ci vuole ancora per essere FELICI ? 

Totò

MADRE MIA - scritto da AIR -



http://oldblog.aruba.it/user/blogsilente/Upload/mamma.jpg

Nella notte alta
un rumore sordo
ti ha portata via

la mia vita s'è fermata
quel giorno di festa
anche il sole
ha voluto farti compagnia

il ricordo di un dolore
straziante sempre vivo
accompagna i miei giorni

hai sentito questa mia disperazione
venendo nei mie sogni
consolandomi lenivi il mio dolore
indicandomi una via

sento ancora le tue carezze
non capivo il tuo parlare
allora non immaginavo
cos'avevi in serbo per me

molti segni m'hai mandato
quando in preda
alla disperazione
stanco volevo cedere

ti sei posta al mio fianco
come un Angelo custode
in una battaglia
che hai voluto
diventasse mia

Sarai per sempre
nel mio cuore
Madre Mia. 


AIR 

FESTIVAL DI SANREMO : l'esclusione di Morgan






Si avvicina il festival di Sanremo, ed ecco le prime polemiche legate alla manifestazione e se non sono le canzoni a far discutere sono le interviste, soprattutto quella in cui Morgan dichiara di fare giornalmente uso di droga come antidepressivo. Partono fulmini e saette nei confronti del cantante che nega tutto .


http://www.angololibero.it/notizie/img/data/2008/03/19184358g.jpg

L'intervista a Max. «Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo», sul palco del prossimo Festival di Sanremo per cantare in gara “La sera” in un'intervista esclusiva a Max rilascia dichiarazioni shock parlando di tv, di X Factor, della depressione legata al suicidio del padre e soprattutto del suo rapporto di consuetudine con le droghe. «Il fatto che me ne vada da X Factor alla fine toglierà un peso di dosso a tutti. La tv è fatta da gente cattiva. Tipo la De Filippi», dice Morgan, che spiega: «Cattiveria intesa come sete di potere, di numeri, di soldi e pubblicità. Un capitalismo sfrenato che ha perso di vista qualsiasi senso dell'esistere. Ha fatto cose cattive anche contro di me, lo sai? Ora che Berlusconi ha infarcito la Rai di scagnozzi, la De Filippi comanda pure lì». Potrebbe ripensare a un eventuale ritorno al talent show di Raidue «solo se accetteranno - spiega - la mia richiesta: voglio essere sia giudice che direttore artistico. Ma credo che sia una proposta a perdere. Io sono un artista, e quindi ingestibile. Loro non vogliono artisti. Sono gente di potere». Chiunque abbia lavorato con lui in tv non perde occasione per raccontare le volte che si è presentato strafatto agli studi Rai, gli viene fatto notare: «Perchè io sono trasparente. La gente parla di me perchè sono aperto, e così si sentono in diritto di non rispettare la mia privacy». Di solito succede proprio per via della coca. «Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (modalità di assunzione nota come crack, ndr) perché non ho voglia di tirare su l'intonaco dalle narici. Ne faccio un uso quotidiano e regolare». Poi una domanda sul suicidio di suo padre: «Lasciamolo in pace... Mi dispiace tanto, poverino... è stata la depressione, problemi di soldi. Sicuramente la depressione è nata quel giorno. E anche la mia follia». E conclude: «Sai cosa mi salva veramente? Mangio un sacco di frutta....».

La smentita: intervista estorta. «Sono molto sconcertato ed amareggiato, anzi profondamente addolorato, per non dire disperato, per le frasi che mi sono state attribuite». Lo dice Morgan in una nota in cui smentisce le dichiarazioni riportate nell'intervista a Max. «L'intervista - sottolinea il cantante - mi è stata sostanzialmente carpita, io penso esattamente il contrario: la droga fa male, la considero pericolosa e inutile, mi riferivo all'uso che ne facevo in passato come terapia verso la depressione». «E certo - continua - non mi sognerei mai di divulgare come insegnamento o consiglio per i giovani l'uso di stupefacenti. Forse mi è stata tesa una trappola e ci sono caduto ingenuamente». Marco Morgan Castoldi ci tiene a precisare: «Non ho mai nascosto certe mie debolezze in quanto persona autentica e sensibile, quindi tutti sanno di certi errori commessi in passato di cui ho anche parlato con delicatezza nelle mie canzoni e non certo nel modo strumentale e errato dell'articolo. Fatto sta che il mio presente è quello di una persona felice che collabora con i giovani in modo costruttivo e la mia modalità è sotto gli occhi di tutti perché quotidianamente insegno e lavoro - conclude - con i giovani in modo serio».



http://falmax85.files.wordpress.com/2008/12/sanremo-festival-001.jpg


- Morgan è stato escluso dal Festival di Sanremo. Lo ha deciso  la Rai. A decidere l'esclusione di Morgan dalla 60/ma edizione del Festival è stato  il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, d'intesa con il direttore generale, Mauro Masi, dopo aver consultato il direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi.

L'esclusione dal Festival è avvenuta dopo  Max sull'uso della droga come antidepressivo, anticipate qualche giorno fa , smentite dal cantante e confermate dal direttore di Max, Andrea Rossi.

 È un Morgan molto scosso che riesce a dire solo poche parole dopo aver appreso l'esclusione dal festival di Sanremo decisa dalla direzione di Raiuno. «In questo momento - dice all'Adnkronos - ho bisogno di pensare e di riflettere. Chiedo a tutti di rispettarmi».

Gasparri: argine al degrado morale. Per il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri la scelta Rai «È un argine al degrado morale nel quale la Rai è incappata», sostiene Gasparri in una nota. «Quella del direttore di Raiuno, Mauro Mazza, è stata una scelta saggia un segnale di attenzione verso i telespettatori nonchè un'iniziativa rispettosa della legge vigente. Ricordiamo infatti che in Italia esistono norme ben precise che vietano la propaganda di sostanze stupefacenti anche attraverso le esibizioni di artisti. Siamo grati al direttore Mazza per aver chiuso in maniera esemplare e responsabile una questione che altrimenti avrebbe creato un precedente pericoloso per l'Azienda pubblica».

Don Gelmini: al posto di Morgan uno dei miei ragazzi a parlare di droga. «Al posto di Morgan a Sanremo vada uno dei miei ragazzi. Non a cantare ma per dire a tutti che la droga fa male, crea dipendenza ed è morte. E comunque da essa si può uscire»: a lanciare la provocazione è don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro. «Morgan dice la verità quando sostiene che non lo faceva per sballare perchè usava certe sostanze per vivere. Gli stupefacenti danno una dipendenza così forte che non si può farne a meno. E chi è tossicodipendente non riesce a capire che queste sostanze fanno male». Secondo il fondatore della Comunità Incontro l'esclusione del cantante da Sanremo «non cambia nulla». «Perchè se fosse stato zitto ci sarebbe andato mentre in molti sapevano della sua situazione. È questa l'ipocrisia».
Ciao Anna Maria almeno lui lo dichiara...anche se non approvo chi si drogano, quanti nel mondo dello spettacolo si fanno e fanno gli indifferenti? Chissà quanti di chi parteciperà al festival lo fanno ma non lo dicono! E poi il ministro Meloni che dice che è diseducativo: da che pulpito viene la predica!
Si è dimenticata del servizio delle Iene di qualche anno fa che ha dimostrato che anche in parlamento c'è gente che si droga?


Ciao Anna Maria almeno lui lo dichiara...anche se non approvo chi si drogano, quanti nel mondo dello spettacolo si fanno e fanno gli indifferenti? Chissà quanti di chi parteciperà al festival lo fanno ma non lo dicono! E poi il ministro Meloni che dice che è diseducativo: da che pulpito viene la predica!
Si è dimenticata del servizio delle Iene di qualche anno fa che ha dimostrato che anche in parlamento c'è gente che si droga?
Un caro saluto  CATERINA


Morgan, in campo Bersani:
«Merita un'altra possibilità»

Il leader del Pd sostiene il cantante escluso da Sanremo dopo un'intervista sulla droga



«Merita un'altra possibilità»
Il leader del Pd sostiene il cantante escluso da Sanremo dopo un'intervista sulla droga- «Morgan ha dato un cattivo insegnamento. Ha sbagliato, ma non possiamo massacrarlo». Pier Luigi Bersani difende il cantante che ha rivelato di far uso di sostanze stupefacenti. «Dobbiamo dargli una possibilità», aggiunge il leader democratico parlando nella sede del partito. Il segretario del Pd è un fan di Morgan. Due anni fa lo ospitò nell'ambito della Notte bianca, in un concerto al museo dello sviluppo economico. 


Caterina sono d'accordo con te e con Bersani, non aggiungo altro. E voi amici del blog cosa ne pensate?

 http://www.guadagnareconunblog.com/wp-content/uploads/commenti.jpg






Annamaria...a dopo

METEO ..e ..non solo

http://www.meteoindiretta.it/cartine/elaborate/0_italia.png

Prima di affacciarvi alla finestra per verificare se le previsioni ci azzeccano...quattro sane risate con Totò e Peppino!






CHE COS'E' IL BACIO ? secondo Enzo..

IL BACIO

Ho tre definizioni del bacio: a mio giudizio, le migliori “tenerezza ed emozione”, eccole:

Il bacio è una carezza fatta con le labbra.

(anonimo)

Il bacio è una condivisione di silenzi

(anonimo)

Il bacio è un apostrofo rosa tra le parole t’amo

(Edmond Rostand)

Enzo

Enzo, se permetti,   un bacio  per te







mercoledì 3 febbraio 2010

MI MANCHI- scritto da VICKY

    http://mabulle78.m.a.pic.centerblog.net/bbb2u1tu.jpg          
Tu non ci sei, mi manchi sai!
 
mi manca il tuo sorriso,le tue parole,

 
mi mancano i tuoi occhi,

 
i tuoi capelli da accarezzare,

 
mi manca il tuo corpo da amare,

 
mi manca tutto di te.

 
Dove sei? cosa fai? non rispondi?

 
Allora sei lontano!

 
Quel mattino, l'ultima volta che ti ho visto...

 
mi hai sorriso,

 
non capivo che era un addio.

 
Torna, torna come la primavera,

 
come il sole che scalda il cuore,

 
come le stelle che indicano il cammino,

 
come la luna che ci fece innamorare.

 
Torna,torna non farmi aspettare.



VICKY

martedì 2 febbraio 2010

TESTIMONIANZE - notizia segnalata da Caterina

  Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza
 
Da "La repubblica"
 
 http://www.julienews.it/upload/news_photo/000000/30000/8000/900%5C38965_1_266x198.jpg
 
CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia.

Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.

Si parte. Poco prima della stazione  passa il controllore. Una ragazza di venticinque anni truccata con molta cura e una divisa inappuntabile. Raggiunto il ragazzo senza braccia gli chiede il biglietto. Questi, articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: "No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap". Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi. Sono la cifra esatta per fare il biglietto. Il controllore li conta e con tono burocratico dice al ragazzo che non bastano perché fare il biglietto in treno costa, in questo caso, cinquanta euro di più. Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l'umiliazione ripete "Handicap, handicap".

I passeggeri del vagone, me compreso, seguono la scena trattenendo il respiro, molti con lo sguardo piantato a terra, senza nemmeno il coraggio di guardare. A questo punto, la ragazza diventa più dura e si rivolge al ragazzo con un tono sprezzante, come se si trattasse di un criminale; negli occhi ha uno sguardo accusatorio che sbatte in faccia a quel povero disgraziato. Per difendersi il giovane cerca di scrivere qualcosa per comunicare ciò che non riesce a dire; con la bocca prende la penna dal taschino e cerca di scrivere sul tavolino qualcosa. La ragazza gli prende la penna e lo rimprovera severamente dicendogli che non si scrive sui tavolini del treno. Nel vagone è calato un silenzio gelato. Vorrei intervenire, eppure sono bloccato.

La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no.
Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione.

Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...".

Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap.

La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante.

Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno.

Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno.

Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.
 
                    Discussione: NE SIAMO TUTTI CONSAPEVOLI?
Carta dei diritti del cittadino nella giustizia
Scritta nel 2001, è stata presentata lo stesso anno, il giorno 16 novembre, contestualmente in 27 città italiane.
1. Diritto all'informazione
Ogni cittadino ha il diritto di ricevere informazioni adeguate, comprensibili e complete da parte dei diversi operatori della giustizia, siano essi avvocati, magistrati, forze dell'ordine, cancellieri o addetti agli uffici, in merito agli iter procedurali, alle spese che dovrà affontare, ai tempi di svolgimento del procedimento e alle eventuali conseguenze.

2. Diritto al rispetto
Il cittadino ha il diritto di vedere rispettata la propria dignità, sia che egli rivesta il ruolo di parte che di testimone, e di non essere oggetto di prassi e di comportamenti lesivi della sua integrità fisica, psichica, morale e sociale.

3. Diritto all'accesso
Ogni cittadino ha il diritto di non essere discriminato nell'accesso alla giustizia a causa delle proprie condizioni economiche e sociali, soprattutto in relazione ai crescenti oneri per le investigazioni difensive nel processo penale e delle ingenti tariffe previste per il processo civile.

4. Diritto a strutture adeguate
Il cittadino ha il diritto di utilizzare strutture adibite alla giustizia, adeguate, dignitose e funzionali per ciò che concerne l'igiene, l'ubicazione e la logistica, le suppellettili, il numero delle aule, l'accessibilità dei locali per persone disabili.

5. Diritto alla partecipazione
Il cittadino ha il diritto di partecipare all'amministrazione della giustizia, così come previsto dall'articolo 102 della Costituzione, anche all'interno dei consigli giudiziari e con la promozione di azioni di monitoraggio civico circa il funzionamento del servizio e lo sviluppo di forme di interlocuzione con le autorità competenti.

6. Diritto a un processo celere
Il cittadino ha il diritto di vedere rispettato il suo tempo nei confronti della giustizia e di non subire danni, dovuti alla lunghezza dei processi e delle procedure giudiziarie, in linea con i principi e i diritti sanciti al livello europeo.

7. Diritto alla qualità
Il cittadino ha il diritto di usufruire di una giustizia di qualità, in quanto a risultati attesi e accettabili, a preparazione degli operatori e a correttezza delle procedure.
 
Mi permetto cara Caterina , dopo essermi documentata sullo stesso quotidiano ,di riportarti anche il seguito di tale notizia 


          " non è mai sceso dal vagone"

Disabile maltrattato sul treno: la versione delle Fs


 - Sembrava il copione di un film la lettera inviata dallo scrittore ed editore ebreo Shulim Vogelmann a "La Repubblica". Nel testo si leggeva la storia strappalacrime di un giovane senza braccia e senza biglietto che, "scoperto" da un controllore, sarebbe prima stato maltrattato da quest'ultimo e, subito dopo, dal capotreno. Il tutto, racconta lo scrittore anonimo, con la connivenza della polizia ferroviaria e degli altri passeggeri che si trovavano nel vagone.
Secondo la ricostruzione che si legge nell'inchiesta ufficiale delle ferrevorie dello stato e nella nota della polizia di stato, però, le cose sembrerebbero andate piuttosto differentemente. Non solo: uno dei passeggeri del treno avrebbe commentato la notizia sul sito di Repubblica negando con forza la tesi secondo la quale, tutti gli altri presenti nel vagone, sono rimasti totalmente indifferenti dinanzi il maltrattamento. Prima ancora di pubblicare la versione ufficiale, Fs aveva provveduto ad inviare un breve comunicato al gruppo editoriale responsabile della diffusione della notizia precisando che "
Quanto descritto nell'articolo pubblicato da la Repubblica merita tutta l'attenzione del Gruppo Ferrovie dello Stato, che porge comunque le sue scuse al passeggero".
Dopo le prime indagini, la società ferroviaria, ha poi precisato:"Il viaggiatore non è mai stato fatto scendere dal treno, il biglietto gli è stato acquistato a Foggia dal personale di bordo. Il Gruppo Fs è da sempre attento e sensibile ai diritti dei diversamente abili".
Insomma: tutto il racconto sarebbe frutto di un'enfatizzazione drammaturgica degna del miglior scirttore? Secondo il comunicato ufficiale di Fs parrebbe proprio di si. Nella nota diffusa si riscostruisce infatti l'accaduto, dal momento in cui la capotreno ha riscontrato nel passeggero (che era privo di un solo braccio e non di entrambi e che, a quanto riferito, sapeva esprimersi correttamente) la mancanza del biglietto. Da li l'informazione delle regole di ammissione sul convoglio e la procedura che si legge testuale nel comunicato:"Considerata la particolare condizione del passeggero risulterebbe che la Capotreno si sia ulteriormente attivata per consentire al cliente di proseguire il viaggio sullo stesso treno e senza alcuna sanzione. Per questo è scesa durante la sosta a Foggia provvedendo a recarsi in biglietteria e acquistando il biglietto per conto del passeggero".
Tale versione sarebbe confermata anche dalla nota diffusa dalla polizia di Stato; particolarmente solidale e comprensiva con i due controllori che hanno agito sull'eurostar Bari-Roma del 27 dicembre scorso. In incipit di testo si legge infatti che"il personale (...) agendo con tatto e umanità (...) ha convenuto di adoperarsi in prima persona per regolarizzare il viaggiatore stesso per il medesimo treno" e che, inoltre, "il disabile ha proseguito il suo viaggio a bordo dello stesso treno, in quanto la soluzione trovata dal personale di Trenitalia ha garantito, con indubbio buon senso, sia il diritto di assistenza e quello di mobilità del disabile, che la doverosa applicazione dei regolamenti ferroviari". Fs precisa infine che continuerà comunque l'indagine interna, con la premura di mettere in luce ogni aspetto della vicenda.

ERA UN ROMENO
Leggendo la testimonianza di un altro dei passeggeri che si trovavano all'interno del  vagone al momento del presunto maltrattamento, si apprendono alcuni dettagli non trascurabili. L'uomo risultava infatti privo di un solo braccio e non di entrambi ed era di origine romena. Riguardo al comportamente del controllore e del capotreno la versione è leggermente differente da quella "originale" e precisa difatti che "La ragazza e i due agenti della Polfer saliti alla stazione di Foggia si sono rivolti al giovane romeno con toni francamente evitabili, ma parlare dell'indifferenza dell'intero vagone è assolutamente scorretto. Su richiesta della ragazza - conclue il testimone - è infatti intervenuto un altro controllore e il suo comportamento è stato ineccepibile. Ha evitato che il ragazzo disabile pagasse la tratta precedente (a suo rischio) e si è impegnato personalmente a comprargli il biglietto con la modalità self service senza ulteriori sovratasse"
 
 
Ritengo  ipocrita il comportamento delle FS che prima dicono di aver agito nel pieno rispetto del disabile e poi chiedono scusa allo stesso, considerando che il comportamento irriguardoso della controllora sia effettivamente riscontrato dal racconto del testimone.
Speriamo che questa  vicenda non finisca nel dimenticatoio !!

 Annamaria...a dopo