La riflessione di Cipriano oggi  è dedicata al grande I. Montanelli nel nono anniversario della sua scomparsa.
Questo articolo lo dedico a un mio amico del
Questo articolo lo dedico a un mio amico del
blog che amichevolmente chiamo “Direttore”    (ENZO)
Il 22 luglio di nove anni fa si spegneva all’età di 92 
anni uno dei più grandi scrittori e giornalisti italiani 
di tutti i tempi: Indro Montanelli. 
Mito per chiunque, grande o piccolo, per hobby 
o per lavoro, realizzi l’attività di giornalista. 
Con Indro Montanelli è scomparsa la parte schietta 
ed incontaminata all’interno della cultura italiana, 
e la sua mancanza si nota in maniera totale. 
Il ricordo della sua sanguigna presenza, amante 
sempre e comunque della verità, riacutizza il dolore 
per la sua perdita.
Montanelli era, oltre un cane sciolto, un personaggio
incapace di aderire ai luoghi comuni più conclamati, 
l’ultimo vero inviato d’assalto, un esempio di quel tipo 
di giornalismo ormai quasi totalmente scomparso. 
La memoria di Indro Montanelli suscita il giusto 
rispetto da parte di tutte le persone di buon senso, 
a destra come a sinistra. 
Va ricordato che egli era un uomo di destra che non 
ha mai rinnegato le sue idee, ma era la destra storica 
quella in cui credeva, vale a dire “la destra liberale”. 
L’uomo era anche ammirato per la chiarezza delle 
sue espressioni e per la coerenza professionale, che
si basava sulla rivendicazione di una totale libertà 
di espressione.
E’ famosa la sua frase: “tappatevi il naso, ma votate
a sinistra”. 
Considerava il popolo italico un gregge di pecore 
indisciplinate che credono di affermare il loro ribelle
individualismo non rispettando il semaforo rosso, presi
dalla smania di avere sempre un padrone da servire. 
Usava spesso ricordare la frase di Wiston Churchill : 
“Bizzarro popolo quello italiano. Un giorno 45 milioni 
di fascisti, il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti 
e partigiani.
Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai 
censimenti...”
Oppure “ Gli Italiani perdono le guerre come se fossero 
partite di calcio e le partite di calcio come se fossero
guerre.” Era incondizionatamente in sintonia con Ennio
Flaiano quando affermava che : “Gli italiani sono sempre
pronti a correre in soccorso dei vincitori”.
Montanelli inizia la carriera di reporter in Francia, si poi 
reca in Spagna per il “Messaggero”, dove nei suoi 
resoconti si esprime senza peli sulla lingua contro 
il regime franchista, pur essendo criticamente di destra. 
Iniziò la collaborazione con il “Corriere della Sera”; 
il legame fra Montanelli e il quotidiano di via Solferino si è 
succeduto, pur con alti e bassi, per più di quaranta anni. 
Intervista Adolf Hitler, va in numerosi teatri del secondo 
conflitto ma nel 1944 finisce in prigione a San Vittore 
per antifascismo e viene condannato a morte dai nazisti. 
Scampa miracolosamente alla fucilazione, ma in quel 
periodo scrive il “Generale Della Rovere” dal cui romanzo
sarà tratto il fortunato e splendido film vincitore del Leone 
d’Oro a Venezia. 
Fu tra i primi a giungere a Budapest durante la rivolta 
contro i sovietici.
Dopo ancora lunghi e difficili rapporti nel “Corriere”,
nel 1974 fondò con l’ausilio di alcuni colleghi e fuoriusciti 
del Corriere il “Giornale Nuovo”, oggi conosciuto 
semplicemente come il “Giornale”; le B.R. gli sparano 
alle gambe il 2 giugno del 1977, accanto ai giardini di 
via Palestro a Milano. 
Dopo un grande inizio, il quotidiano entrò in crisi 
finanziaria, fin quando non fu rilevato dall’emergente 
Silvio Berlusconi che lo riportò a grossi livelli editoriali. 
Ma con la discesa in campo sul terreno della politica 
dell’imprenditore milanese vennero alla luce alcuni 
celebri e durissimi contrasti fra quest’ultimo ed il grande 
giornalista circa la linea editoriale. 
L’anarchico Indro mai e poi mai avrebbe potuto piegarsi 
ad un diktat, da qualsiasi parte venisse e così, all’alba 
degli ottant’anni, decise di buttarsi nella direzione di un 
nuovo quotidiano “La Voce”, espressione di una destra 
liberale e anticonformista.
Ma tutto questo fu vano, causa sempre il vil denaro e
nel 1995 “La Voce” chiuse battenti. 
Indro iniziò una collaborazione televisiva con TMC 
insieme con pungenti editoriali sul Corriere, nonché
l’angolo della posta e nonostante avesse avuto dal 
direttore Paolo Mieli l’offerta della direzione 
del “Corriere”, che ringraziando rifiutò. 
Strabilianti e taglienti le sue citazioni.
Dal suo epitaffio “Qui giace Indro Montanelli, era ora”,
a quelle famose e terrificanti stilettate contro il suo ex 
anfitrione Silvio Berlusconi, di cui molto in anticipo 
elencò i vizi e le virtù. 
L’attuale mondo giornalistico italiano, mi riferisco a quello 
naturalmente di più alto livello (non necessariamente
qualitativo), sta progressivamente vendendo la propria 
anima asservito a logiche di potere. Sia dal punto di vista 
radio-televisivo che in quello della carta stampata, è ormai 
difficile fare della pura verità il proprio faro. 
L’editore, il proprietario, il consiglio di amministrazione, 
se segue delle direttive politiche ti impedisce in maniera 
chiara o subdola di andare contro la linea editoriale, con 
il direttore che diventa volente o nolente l’esecutore di 
ordini superiori.
E’ chiaro a tutti che il potere si conquista sempre avendo
in mano le chiavi dell’informazione.
Indro Montanelli era scomodo perché incorruttibile;
un giorno ebbe a dire : “Non mi hanno ammazzato i fascisti,
non mi hanno ammazzato i nazisti, non mi hanno 
ammazzato i comunisti, non c’è l’hanno fatta neanche le 
povere B.R. figurarsi se posso temere questi patetici 
insignificanti padreterni che di tanto in tanto salgono a 
galla dalle fogne”. 
Sono un piccolo scriba, mi inchino reverente ricordandoti
caro Indro.
   Cipriano


Dotato, scorrevole, ritmico ed ben esauriente il pezzo. Complimenti, Cipriano. Bravo! Mi piaci; sei incisivo. Continua anche con i pezzi umoristi: sei forte.
RispondiEliminaN.B. Per cortesia, Ciprià, nello scherzo di recitazione serale...non lasciarti andare...sembri uno che non "le regge e se le fa scappare a mitragliette senza sforzo. CIAO, E FACCIAMO PIUTTOSTO CREPARE D'INVIA GLI AVVERSARI. CAPITO?
ENZO
Amico Cipriano, hai fatto davvero un capolavoro, parlando peraltro di un personaggio ineguagliabile, bellissimo, onesto, coraggioso, colto. Grande Indro. Lo hanno dimenticato in tanti.
RispondiEliminaComplimenti ! Non potevi esaltare meglio le qualità di una colonna portante della cultura e del pensiero italiani. maria.sa
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