In questi giorni si sta discutendo sia in sede parlamentare
che tra l’opinione pubblica delle famose “norme sulle 
intercettazioni telefoniche”. 
Se passassero queste fortissime restrizioni sull’uso delle
intercettazioni telefoniche si rischierebbe di rendere 
assolutamente vana la lotta a molti reati anche socialmente 
odiosi: come la corruzione (pare ormai molto diffusa), 
il peculato, i reati di pedofilia e tanti altri. 
Non sarebbero stati smascherati fior di furfanti che si  sono 
ingrassati illegalmente alla faccia di tanta povera gente, 
non sarebbero stati messi (per esempio) alla pubblica 
vergogna quei due “galantuomini” che la notte del  
terremoto all’Aquila furono intercettati mentre tranquillamente 
prospettavano al telefono dei loschi e lucrosi affari che si 
potevano effettuare grazie alla catastrofe. 
Sarebbero ancora liberi o almeno non smascherati tanti 
delinquenti che a vario titolo sarebbero stati invece al riparo 
se la magistratura non avesse autorizzato le indagini 
ambientali a loro carico . 
In caso quindi  dicevo …Di approvazione di questa legge
verrebbe vietata gran parte delle pubblicazioni da parte dei 
giornali, con pesanti sanzioni penali ed amministrative
soprattutto per gli editori. 
Su alcuni di questi ultimi vorrei fare una doverosa e risoluta
critica. 
Credo che questo preannunciato giro di vite del governo sia 
dovuto anche ad pessimo (a mio parere) modo di fare cronaca
e giornalismo. 
Taluni hanno tralasciato l’essenza dell’indagine, il reato, 
le prove, i fatti reali, per concentrarsi solo ed esclusivamente 
sul “gossip”, sugli scandali a carattere sessuale dei soggetti 
indagati, sul coinvolgimento di persone che nulla  avevano a 
che vedere con il nocciolo dell’indagine.
Hanno concentrato le loro pagine solo sulla parte “pruriginosa”, 
quella di bassa lega e volgarotta che non conta niente ai fini 
dell’indagine stessa, che è solo vita privata e come tale deve 
rimanere fuori, solo per vendere copie in più del giornale o 
della rivista a quella parte della popolazione che evidentemente
della sana cosa pubblica non importa niente, ma è solo 
“malata di pettegolezzo”.
E’ anche grazie a questa gente che rischiamo di buttare via il 
bambino sano insieme all’acqua sporca (dicono a Caserta).
Sarei stato personalmente molto favorevole se fosse stata 
fatta una legge per una reale tutela della “privacy” colpendo
solo questo modo volgare e balordo di fare pseudo giornalismo,
ma non certamente favorevole a questa legge che si sta 
prospettando, in base alla quale resterebbero esclusi dalla 
stretta solo i reati connessi alla mafia ed al terrorismo (e ci 
mancherebbe solo che non potrebbe essere intercettato 
uno che magari vuol piazzare una atomica al Colosseo …). 
Perché quindi insistere sulla censura totale alla stampa? 
Perché voler cancellare gli emendamenti che tra l’altro riflettono 
anche le indicazioni del Quirinale? Perché rischiare di andare
ad un braccio di ferro con il Colle, oltre che con i giornalisti, gli 
editori ed i magistrati ?
Personalmente sono assolutamente d’accordo su quanto
recentemente scritto da Mario Calabresi, direttore della Stampa 
e figlio del commissario di polizia Calabresi tragicamente
assassinato negli anni bui di piombo dai brigatisti
: “Il disegno di legge sulle
intercettazioni è così palesemente
sproporzionato e ha
un sapore talmente vendicativo
da risultare inaccettabile
e da soffocare ogni possibilità
di riflessione.
Nei mesi in cui riemergono
prepotentemente la corruzione
e gli intrecci tra la politica
e gli affari e in cui la nostra
classe dirigente mostra il suo
volto più arrogante e spregiudicato,
la nuova legge suona
come l’estremo rimedio per
coprire l’illegalità e garantire
impunità. Non si capisce come siano
collegate la necessità di offrire
maggiore privacy e vere
garanzie agli indagati con la
limitazione dei tempi delle intercettazioni
o l’obbligo che
per autorizzarle ci voglia un
collegio formato da tre magistrati”.
…Come non sottoscrivere senza “se” e senza “ma” 
quello detto dal Direttore Calabresi.
Bisognerebbe scrivere una legge seria sul conflitto di 
interessi, modernizzare il rapporto tra istituzioni e cittadini, 
invece si sta perdendo un’altra grande occasione. 
Se si dovesse arrivare a questa sorte di bavaglio della stampa,
ecco che a questo punto “esploderebbe” ancor più l’uso
informativo del Web che già da tempo sta offrendo segnali in 
questo senso creando tante nuove forme di confronto e 
aggregazione, dove tutte le notizie vengono pubblicate e 
possono essere autonomamente esaminate. 
Si creerebbe un ancor più possente popolo nella “rete”. 
Tutte le censure alla fine portano a delle risposte popolari molto
potenti, per cui fossi “nei potenti” starei molto attento; è notizia 
dell’ultima ora che tantissimi direttori di giornali, riviste e testate, 
anche politicamente molto distanti, si sono espressi contro 
questa legge così com’è formulata. 
Bisogna solo augurarsi che i nostri giovani rientrino 
intellettualmente dal loro comprensibile ed attuale stato di 
apatia, per offrire al nostro Paese una saggezza diversa e una 
vitalità di cui ha urgentemente bisogno.
 
 Oggi l’Italia è letteralmente ripiegata su se stessa. 
…Ci sarebbe bisogno di tantissima aria pulita.
 Buon giornata  …Cipriano 




Cipriano, la tua esigenza di aria pulita è avvertita e sentita da tantissimi, che non vogliono più respirare quella avvelenata. Vedrai che non ci riusciremo. Troppa acqua è passata sotto i ponti da quando cominciò il primo a spargere veleni. E via via i veleni si sono diffusi, sono divenuti fetore quotidiano. Per eliminarlo ci vorrebbe tantissima buona volontà e voglia di farlo. Possiamo dire che non ci sono le condizioni? Io lo direi, Cipriano, ma la speranza rimane.
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